Chi è il Garante del contribuente e quanto costa
Fra gli strumenti volti alla tutela della posizione dei contribuenti nel mondo del fisco, ve ne è uno particolarmente importante, introdotto con la Legge 212/2000 o Statuto dei Contribuenti che dir si voglia: si tratta del Garante del contribuente.
Quest’organo monocratico viene nominato, fra i magistrati o fra liberi professionisti in pensione, dal presidente della Commissione Tributaria della Regione, e ne è presente uno presso ogni direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate. Il suo scopo, in parole povere, è quello di aiutare i cittadini che si trovino in rapporti problematici con il Fisco, per esempio a causa di abusi.
A dir la verità la figura del Garante del contribuente è poco diffusa, quando invece potrebbe essere un’istituzione molto importante, specialmente per limitare i casi di ricorso in tribunale. Vediamo quindi di conoscerla meglio.
Cosa può fare il Garante del Contribuente
Deve assicurare il rispetto, da parte dell’amministrazione finanziaria, dei principi contenuti nella legge 2012/2000, o Statuto del Contribuente. A questo scopo egli riceve i ricorsi scritti dei cittadini che vogliano far presente una irregolarità o scorrettezza commessa dal Fisco nei propri confronti. Si presenta quindi una segnalazione al Garante, il cui compito è quello di controllare che l’amministrazione finanziaria rispetti le regole vigenti.
Non sempre si può ricorrere al Garante: per esempio, non è possibile farlo se si ha già cominciato un ricorso in tribunale. Quando il Garante del contribuente riceve una segnalazione, controlla se effettivamente c’è o meno una irregolarità nell’operato della amministrazione finanziaria. In caso riscontri una anomalia, può cercare di convincere l’ufficio a modificare il proprio comportamento.
Attenzione! Il Garante non è un giudice tributario, quindi non può ordinare all’Amministrazione finanziaria di modificare il proprio comportamento, e non ha poteri coattivi. Ci si può rivolgere al Garante o come ultima spiaggia, per esempio perché un atto amministrativo non è più impugnabile, o per ottenere un confronto “soft” con l’amministrazione finanziaria. Attenzione però: non ci si può rivolgere al Garante in caso di atti dell’amministrazione, bensì solamente in caso di comportamenti scorretti. Se si vuole far valere l’irregolarità di un atto, bisogna impugnarlo di fronte alla Commissione Tributaria Provinciale. Un altro potere del Garante è quello di poter segnalare il comportamento grave dell’amministrazione alla Guardia di Finanza per avviare un procedimento disciplinare.
Quanto costa?
Interpellare il Garante del Contribuente non comporta spese. Ciò significa che rivolgersi al Garante è completamente gratuito
Come rivolgersi al Garante
Bisogna inviare la segnalazione, redatta per iscritto con tutte le indicazioni e i particolari che possono essere rilevanti, e la documentazione allegata se necessario. Ci si assume sempre la responsabilità di quello che si invia.
Secondo la legge, il Garante ha trenta giorni di tempo per inviare una risposta. Al termine del controllo, egli deve comunicare l’esito della sua attività alla Direzione Regionale.