Quanto costa un prestito in banca
Stando agli ultimi rapporti formulati da Eurisc e ABI, relativi al mese di ottobre del 2016, i prestiti sono in aumento nel nostro Paese. A renderli appetibili sono soprattutto i tassi di interesse, arrivati ormai al 2,84%, nuovo minimo storico, un dato che può essere meglio compreso se si pensa che alla fine del 2007, ovvero prima della crisi, era attestato a quota 6,18%. Un tasso tale da poter attrarre chi ha bisogno di liquidità aggiuntiva destinata a dare respiro all’economia familiare e che sta quindi spingendo notevolmente il settore.
I tassi di interesse
I tassi d’interesse, che gravano su un prestito, sono due:
- il Tan, o Tasso annuo nominale: una spesa che viene caricata su ogni rata in scadenza del prestito e che rappresenta la percentuale di interessi dovuti ogni anno per la liquidità ottenuta. In pratica si tratta di un indicatore teso a calcolare l’interesse che il debitore deve restituire al creditore su base annua, sull’importo lordo del finanziamento concesso.
- il Taeg, ovvero il Tasso annuo effettivo globale, considerato alla stregua del più importante strumento di trasparenza nell’ambito dei contratti di credito al consumo. Proprio da questo tasso si può capire il costo effettivo di un prestito, comprese le spese accessorie, aiutando così ad effettuare comparazioni tra le diverse proposte di preventivo pervenute.
Le spese accessorie
Quando si decide di richiedere un prestito, occorre tener presente che il suo costo non dipende soltanto dal tasso di interesse fissato a livello contrattuale.
Nel totale che dovrà essere restituito all’istituto bancario, vanno anche considerate le cosiddette spese accessorie, note anche come spese di istruttoria, ovvero i costi legati all’apertura della pratica da parte dell’ente cui è pervenuta la richiesta. In pratica, dopo aver ricevuto la domanda di prestito, la banca apre una vera e propria indagine tesa a capire se il richiedente sia un soggetto affidabile, sia per merito creditizio che per capacità di poter ripagare il finanziamento.
In particolare dovranno essere verificati la sua storia precedente con il sistema bancario e la sua posizione lavorativa o comunque la presenza di garanzie finanziarie adeguate. Si tratta naturalmente di un processo tale da comportare un costo, che la banca andrà peraltro ad addebitare al cliente.
Per capire i costi accessori che vengono caricati su un prestito, occorre comunque visionare l’ISC, ovvero l’Indicatore Sintetico di Costo.
Le spese di incasso rata e l’assicurazione
Alle spese per l’apertura della pratica, che solitamente sono fatte pagare soltanto in caso di accettazione della richiesta, vanno poi aggiunte altre due voci, ovvero:
- le spese di incasso rata, il costo che viene applicato su ogni rata che si paga all’interno del piano di ammortamento, deciso autonomamente da ogni istituto di credito;
- l’assicurazione sul prestito, la copertura richiesta molto spesso al fine di proteggere il richiedente dal caso di potenziali imprevisti tali da rendere di fatto impossibile onorare il piano di rimborso previsto.
Potenziali alternative per eliminare i costi
Va anche sottolineato che esistono prestiti personali con zero spese accessorie, che però non è detto siano più convenienti, in quanto con tutta evidenza il proponente potrebbe puntare ad alzare il tasso di interesse proposto, in modo da rientrare comunque dei costi sostenuti per l’apertura della pratica. Un’alternativa in tal senso può essere quella dei prestiti online, nei quali i costi sono sensibilmente minori perché la procedura è automatizzata e non c’è quindi bisogno di un impiegato che faccia da intermediario.
L’importanza della durata
A quanto detto sinora, va aggiunto che un altro dato importante da considerare è quello relativo alla durata del prestito. Per alleggerire la rata mensile da pagare è infatti possibile allungare il piano di rientro, fissandolo ad esempio a 10 o 7 anni, invece che a 5, aumentando al contempo le probabilità che la richiesta sia accettata.
Un prestito di 10mila euro con TAN del 6,39% e TAEG del 6,58%, mentre spalmato su 5 anni richiede il sostenimento di una rata mensile di 195,20 euro, formando un totale di 11.712, se allungato a 7 anni con le medesime condizioni vedrà la rata scendere a 148 euro, mentre il totale dovuto salirà a 12.432. Il tutto va naturalmente rapportato alle proprie capacità reddituali, in quanto l’importo di una rata non deve mai superare il 30% dello stipendio del richiedente.