Pensioni minime, da 650 fino a 1000 euro con 20 anni di contributi
Che ne sarà dei giovani in vista del futuro professionale, e delle pensioni minime a loro destinate?
Il Pd ha deciso di mettere a punto una proposta per una riforma che andrà a riaprire il dibattito in vista della riforma previdenziale. L’idea è quella di puntare tutto su una pensione di garanzia da 650 euro mensili per i giovani. Il tutto offrendo sempre massima attenzione per le fasce più deboli, come le donne e le mansioni più faticose.
Il consigliere economico della presidenza del Consiglio, Stefano Patriarca, ha illustrato il progetto legato a una pensione contributiva minima di 650 euro per chi possiede 20 anni di contributi. Così da introdurre un minimo presidenziale, esattamente come previsto nel sistema retributivo attuale.
Pensioni minime: ecco cosa propone il Pd
Secondo la spiegazione fornita da Patriarca, questi 650 euro al mese di pensione possono aumentare di 30 euro per ogni anno di contribuzione. Nel momento in cui si raggiungerà il 20° anno si potrà arrivare a un 1000 euro di pensione. Sarà questa infatti la soglia massima prevista per i pensionati del futuro.
La proposta che sarà introdotta dal Pd studierà quindi diversi comportamenti legati alla pensione di garanzia con un reddito minimo. Da qui si potrà anche rivedere il meccanismo di adeguamento automatico che riguarda l’età pensionabile.
L’occupazione giovanile resta un problema primario da risolvere
Da anni sappiamo che l’obiettivo della classe politica (chi più, chi meno) è quello di sostenere l’occupazione, e nello specifico quella giovanile. Per farlo ora si vorrebbe prevedere un intervento concreto che dia i suoi frutti nel lungo periodo. Lo scopo è quello di garantire una diversità di costo tra il lavoro stabile e quello determinato.
Lo stesso Poletti, ministro del lavoro, ha spiegato che diventa fondamentale “fare un altro passo avanti” per dare risposte ai lavoratori. Vi è un altro fattore importante che non possiamo sottovalutare.
Con l’introduzione di questa integrazione a un minimo previdenziale, proprio come già accade per il retributivo, aiuterebbe a determinare il tasso di sostituzione per una carriera con 40 anni di contributi (che sarà pari a un 65% della retribuzione netta media).