Green Bond: cosa sono, come funzionano e quale ruolo hanno?
Nel mondo degli investimenti vengono chiamati Green Bond o “Obbligazioni Verdi” tutti quei titoli di debito, emessi da società o enti sovranazionali, con l’obiettivo di utilizzare i fondi raccolti per finalità connesse alla difesa dell’ambiente ed alla riduzione di emissioni di CO2.
Negli ultimi anni, a seguito del crescente interesse da parte delle Istituzioni e del mondo aziendale alle tematiche “green” e della Responsabilità sociale ed ambientale, le “obbligazioni verdi” sono un vero e proprio strumento finanziario che pone in relazione l’emissione di un titolo di debito ad un investimento vantaggioso per l’ambiente quale: la costruzione di un parco eolico o di fabbriche meno inquinanti, le energie rinnovabili, l’efficienza energetica, l’utilizzo sostenibile dei terreni, depurazione delle acque etc. etc.
Ma, come nasce questa esigenza per il mondo finanziario di emettere Green Bond? Come funzionano, chi li emette e quali sono i vantaggi per gli investitori, sono tutte domande squisitamente interessanti che devono necessariamente essere oggetto di indagine e di studio.
In questa guida cerchiamo di: mettere in evidenza tutte le peculiarità che sono alla base delle Obbligazioni “verdi” e di capire quali siano i vantaggi derivanti dall’investimento eco-friendly.
Obbligazioni “verdi”: cosa sono?
I titoli obbligazionari eco-friendly o Green Bond sono sempre più diffusi nel mondo della finanza e degli investimenti, ma cosa sono?
In tempi non troppo recenti, in Europa e anche in Italia, si sono sempre più diffusi i green bond ovvero i titoli obbligazionari emessi per finanziare progetti che hanno una certa rilevanza dal punto di vista ambientale e sociale.
Tra i green bond più ambiti, negli ultimi 12 mesi si è registrata una crescita ed un’impennata senza precedenti dei Climate bond: secondo le stime della Climate Bond Initiative, la “corsa” all’acquisto dei Climate bond avrebbe registrato un +16%.
Le obbligazioni eco-friendly sono emesse per finanziare progetti “con un’ impronta green”, ovvero un’impronta eco-sostenibile e responsabile dal punto di vista ecologico, ambientale e sociale.
In sostanza, emettere green bond serve a “raccogliere” capitali e risorse “fresche” da investire in progetti vantaggiosi che impattano dal punto di vista ambientale: centrali eoliche, iniziative legate alla prevenzione e controllo dell’inquinamento, utilizzo sostenibile dell’acqua, la costruzione di un parco eolico o di fabbriche meno inquinanti, l’utilizzo sostenibile dei terreni, depurazione delle acque etc. etc.
Gli esempi di progetti di investimento eco-friendly sono moltissimi e la lista potrebbe continuare all’infinito. L’interesse per le obbligazioni “green” proviene sempre di più dai grandi investitori istituzionali che sono sempre più preoccupati per i profili di rischiosità nei loro portafogli di investimento.
Il quotidiano The Economist, in un articolo comparso circa 3 anni fa ha messo in evidenza come il fondo pensione pubblico della Svezia sia stato uno dei primissimi ad investire in questo tipo di Bond. Inoltre, istituzioni del calibro di Zurich Insurance, hanno reso pubblica la strategia di investire sempre più miliardi di dollari in Green Bond.
Questi avvenimenti hanno segnato l’inizio di una nuova “Era della finanza sostenibile” e le obbligazioni “verdi” sono, ancora oggi, tra gli strumenti finanziari più innovativi ed efficaci a disposizione degli investitori attenti all’impatto delle loro strategie sul Pianeta.
Inoltre, le obbligazioni eco-friendly garantiscono liquidità per finanziare progetti ad elevato impatto ambientale: si tratta di investimenti strutturali e di grande valore aggiunto per le generazioni future.
Non deve stupire che, dinanzi alla sensibilizzazione dell’umanità alle tematiche “green”, questo particolare tipo di obbligazioni stia vivendo una fase di espansione, di un vero e proprio boom planetario.
Titoli di debito e Green Bond: che differenza intercorre?
L’investitore-acquirente che acquisisce da una società o da un ente pubblico uno o più titoli di debito, ad una determinata scadenza, ha diritto a ricevere i soldi investiti più una certa quota di interessi (capitale + interessi).
La differenza fondamentale alla base dell’acquisto dei Green Bonds sta proprio nel modo in cui la liquidità raccolta dev’essere utilizzata per finanziare un progetto di investimento, che abbia un impatto positivo per l’ambiente.
I Green Bond “piacciono” agli Stati?
Come evidenziato dai trend emersi negli anni precedenti, oltre il 60% dei Green Bond è stato emesso da un’istituzione pubblica o controllata dallo Stato.
Per il corrente anno 2017, Bloomberg ha reso noto che nei primi sei mesi sono stati emesse obbligazioni “green” per un valore di 68 miliardi di dollari.
Le obbligazioni eco-friendly piacciono ai governi: la prima Istituzione pubblica a scommettere sulla finanza sostenibile è stata la Polonia a fine anno 2016, con un’emissione da 750 milioni di euro con scadenza a 5 anni.
Anche i nostri “cugini d’oltralpe” hanno considerato questa valida strategia di reperimento dei finanziamenti utili per realizzare innumerevoli progetti che hanno un impatto ambientale rilevante.
La maxi-emissione dei green bond da 7,5 miliardi di euro è stata lanciata dalla Francia nel mese di gennaio 2017 e ha una scadenza fissata al 2032; con ben 23 miliardi di euro di acquisti, la domanda ha superato di tre volte l’offerta, nonostante il rendimento non sia troppo “interessante” (appena l’1,75%).
Nonostante il capital gain non sia troppo remunerativo, gli investitori hanno la possibilità di contribuire ad accrescere lo sviluppo sostenibile e di stimolare la diffusione delle energie rinnovabili.