Lavoro: la blockchain per i centri per l’impiego
Un ecosistema che faccia riferimento alla blockchain per concretizzare la riforma dei centri per l’impiego: la proposta che è emersa negli ultimi tempi sembra dare un nuovo volto al reddito di cittadinanza, una delle misure annunciate più importanti del governo attuale. Ma di che cosa si tratterebbe nello specifico? In relazione ai meccanismi di incentivazione, potrebbero essere previste delle ricompense – e, in particolare, dei token – per gli attori, in modo tale che a chi è alla ricerca di un lavoro possa essere restituita centralità. Al tempo stesso, una soluzione del genere favorirebbe un riequilibrio della distribuzione del valore delle informazioni.
Costi e risparmi
Dal punto di vista economico, un ecosistema di questo tipo – decentralized recruiting, per essere precisi – avrebbe costi di funzionamento più bassi del 50%: lo si può intuire verificando applicazioni blockchain analoghe. Si potrebbe beneficiare, di conseguenza, di un risparmio più che consistente, con il denaro non speso che potrebbe essere monetizzato, e cioè redistribuito. Non solo: il risparmio in sé costituisce un importante elemento incentivante, destinato a incrementare la partecipazione di tutti gli attori che rientrano nell’ecosistema.
Come funziona
Resta da capire quale sia il funzionamento della blockchain in questo ambito. Essa pone l’attenzione sulla qualità dei curriculum dei candidati, e in più fa luce sulla loro verificabilità e sulla loro accessibilità. Tale aspetto, però, presenta un significativo rovescio della medaglia: il reddito di cittadinanza, infatti, è destinato nella maggior parte dei casi a soggetti con un livello di istruzione modesto, con competenze ridotte o nulle e qualifiche minime.
In altri termini, parlare di qualità dei curriculum in questi casi sembra un controsenso. Se è vero che la blockchain potrebbe favorire capacità di matching più efficaci e inoltre validare i processi di formazione, è altrettanto vero che i suoi meccanismi non appaiono intrecciarsi così bene con le caratteristiche dei potenziali destinatari del reddito di cittadinanza.
I contratti intelligenti
Una soluzione più pratica è quella dei contratti intelligenti, potenzialmente in grado di garantire incentivi remunerati e regole di ingaggio: ciò servirebbe a compensare l’appropriazione del valore delle informazioni. In breve, coloro che sono alla ricerca di un impiego professionale potrebbero avere l’occasione di far fruttare le informazioni che scelgono di condividere.
La monetizzazione avverrebbe con i token, dei gettoni di utilità, che sarebbero disponibili in forma gratuita per chi è disoccupato. Tali gettoni, comunque, potrebbero essere sfruttati anche da altre persone e da altri soggetti coinvolti, come per esempio le agenzie interinali, i datori di lavoro o le agenzie pubblicitarie, allo scopo di ottenere informazioni o servizi specialistici.
Il ruolo dei token
Gli stessi centri per l’impiego potrebbero fare riferimento ai token e adoperarli come valore di scambio, magari per interfacciarsi con gli istituti di ricerca che desiderano realizzare macroanalisi per scopi di intelligence. Non solo: ai token di utilità potrebbe essere attribuito un ruolo importante in qualità di bonus di ingresso per coloro che vengono assunti da un datore di lavoro nuovo. Ancora, le agenzie private potrebbero decidere di metterli a disposizione a mo’ di incentivi, al fine di attirare una maggiore quantità di traffico per le proprie offerte. I gettoni servirebbero come deposito a garanzia per il pagamento delle incentivazioni.
Insomma, il token si presta a molteplici applicazioni, e nel complesso è da prendere in considerazione come elemento di un piano di incentivazione non solo per i reclutatori pubblici ma anche per quelli privati. I professionisti delle risorse umane, a loro volta, avrebbero la possibilità di pubblicare richieste e annunci di lavoro servendosi dei token, in un circuito configurato non come un sistema di pagamento ma come un closed loop.
Come prepararsi al lavoro
In attesa di capire come si concretizzerà e quali forme assumerà il reddito di cittadinanza, essere pronti con il curriculum è sempre importante: vale la pena di tenerne a portata di mano (o di clic) una copia sempre aggiornata, così che essa possa essere eventualmente spedita nel caso in cui si trovino annunci o offerte di posti di lavoro interessanti. Alcuni consigli vanno sempre tenuti a mente, però: il primo è che ogni cv deve essere redatto o modificato su misura a seconda dell’azienda a cui viene inviato. In sintesi: va bene avere pronta una copia di base, ma poi la stessa dovrà essere predisposta in funzione della mansione per cui ci si candida.
Prima che venga spedito, poi, il curriculum deve essere sempre riletto, e non una volta sola: un semplice refuso o una imprecisione sono sinonimo di distrazione e scarsa attenzione, certo non il miglior biglietto da visita per proporsi a un datore di lavoro. Nel caso in cui non si sappia come impostare il cv, infine, si può compilare un modello di curriculum vitae sul sito onlinecv.it, il sito permette di redigere un cv seguendo le indicazioni di un modello predisposto online: un ottimo punto di partenza per documentare al meglio le proprie competenze ed essere pronti per presentarsi nel migliore dei modi in un centro per l’impiego.