Lavoro domestico, Badanti pagate in nero: 3 miliardi di buco fiscale
E’ un’abitudine che sembra non fermarsi mai: in Italia si stima che circa 6 assistenti domestici su 10 non lavorano con un regolare contratto di assunzione. Ciò significa che colf e badanti sono chiamate davanti a ogni necessità e pagate in “nero”.
Un atteggiamento che sta mettendo a dura prova il Fisco, poiché è stato registrato un buco fiscale di 3 miliardi. A dirlo è il rapporto di Assindatcolf, che mostra la situazione attuale in cui ci troviamo, una condizione critica.
Nel report “Lavoro domestico irregolare: quanto ci perde lo Stato”, l’associazione nazionale dei datori di lavoro domestico ha voluto fare un quadro chiaro, al fine di trovare valide soluzioni.
Lavoratori senza contratto e furbetti dell’ultima ora: che cosa accade?
Sono circa 1,2 milioni i lavoratori che lavorano senza alcun tipo di diritti, ma soprattutto senza alcun dovere: in “nero”, insomma.
E questo porta a una somma di 600 milioni di euro in meno per reddito da lavoro non dichiarato (e ciò riguarda l’Irpef), e ulteriori 1,8 miliardi di contributi previdenziali che non sono mai stati versati (Inps). Ma non è tutto: i lavoratori irregolari non sono i soli a far del male allo Stato.
Si uniscono a loro anche i cosiddetti “furbi”, che sono regolarmente assunti ma decidono di non presentare la dichiarazione dei redditi. Vi è poi una terza categoria: coloro che dichiarano meno ore di quelle che realmente lavorano.
Anche in questo caso si può così arrivare a definire un ricavo mancante che arriva, nel complesso a 3,1 miliardi di euro ogni anno.
Le soluzioni secondo Assindatcolf per il lavoro domestico
A parlare è Renzo Gardella, presidente Assindatcolf, secondo il quale è opportuno intervenire al più presto per poter invertire la rotta. E’ fondamentale fare qualcosa per poter aiutare le famiglie che arrivano a evadere per necessità. Al tempo stesso si vuole anche controllare un settore che è da tempo considerato come un motore sociale ed economico.
Per questo Gardella suggerisce di rendere il lavoro regolare meno costoso rispetto a quello svolto in nero. Chiaramente però la parola finale spetta al governo, che ha il dovere di colmare questi buchi fiscali con cifre da capogiro.
E’ certo che Assindatcolf si metterà al lavoro per poter arrivare nel 2019 a definire un sistema di protezione, che rispetti le collaborazioni a lungo termine, oltre a integrare un servizio sanitario per le famiglie che offrono lavoro domestico.