Simulazioni aumento Iva nel 2020: fino a 900 euro di tasse in più
Salvini e Di Maio smentiscono praticamente tutti i giorni, ma è vero che l’incubo dell’aumento Iva è più reale che mai. Il prossimo anno potrebbe scattare il grande cambiamento, che peserà in modo importante nelle tasche degli italiani. E mentre continua il caos, sembra che al ministero dell’Economia siano già spuntate le prime simulazioni, al fine di capire quale sarà l’impatto finale.
Vediamo allora insieme in che modo potrebbe cambiare la situazione quando, a partire dal gennaio 2020, si registrerà il cambiamento dell’aliquota ordinaria da 22 al 25,2%. Ricordiamo anche che l’aliquota intermedia passerà da 10 al 13%.
Le ipotesi legate all’aumento Iva per il prossimo anno
I dati sono abbastanza allarmanti: i calcoli effettuati parlano di una stima di spesa che arriva fino ai mille euro, fino a superarli in alcune realtà italiane. Le famiglie andrebbero a pagare una media di 538 – 900 € di tasse in più all’anno. Vi sono poi delle zone in cui il valore della spesa tocca addirittura quota 1.200 €. Tutto questo porterebbe una cifra pari a 23 miliardi di euro nelle casse dell’erario.
Si suppone però che non sia questa la sola strada da percorrere! Vi sarebbe una seconda via che prevede invece un aumento pari all’1%. Questo vuol dire che il salto sarebbe al 23% nel caso dell’Iva ordinaria, e all’11% per quella intermedia. Ma come dice il noto detto “Non c’è due senza tre”! Ecco allora spuntare la terza via, con un’ipotesi che porterebbe ad aumentare l’Iva in modo più settoriale.
La selezione chiamerebbe in causa specifici servizi, oltre che alcuni prodotti di fascia intermedia, passandoli alla fascia più alta. Nello specifico si parla di incrementi che sono legati al settore alimentare, oltre che a quello del turismo.
Quali professionisti rischiano di essere maggiormente colpiti
A parlare di questi dati è l’Ufficio Studi Confcommercio, che parla delle clausole di salvaguardia, segnalando anche che, qualora non venissero disattivate, con l’aumento dell’Iva si verificherà un aggravio di 890 euro a famiglia. Tra i tanti prodotti che rischiano di subire l’aumento ci sono anche molti beni (anche primari), che spaziano da salumi, yogurt, farmaci, omogenizzati, elettricità e viaggi in aereo.
Se l’Iva salisse al 25%, si toccherebbero anche prodotti come il caffè, le calzature, l’abbigliamento, le sigarette, i dispositivi mobile e i profumi/prodotti di bellezza. E’ chiaro che, tra poco meno di un anno il nostro Paese potrebbe diventare quello con l’Iva più alta nell’area dell’Euro.
A rischiare maggiormente sono i lavoratori autonomi, gli artigiani e i commercianti, poiché con l’aumento Iva si vanno a penalizzare i consumi interni, favorendo le esportazioni.