Italia migliora, ma al Sud la disoccupazione giovanile è al 50%
I progressi realizzati dall’Italia sono importanti, ma nonostante ciò il nostro Paese continua a faticare su diversi campi. Sono la formazione, il mercato del lavoro e l’istruzione a fare acqua da tutte le parti.
Per non parlare poi del Sud Italia, che è ancora in netto ritardo, andando a incidere sul divario del sistema produttivo.
A rivelarlo è il rapporto dell’Istat “Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo”, dove sono riportate luci e tante ombre.
Istat, nel Sud Italia più poveri, ma anche il Nord non scherza
Si considerano due anni in particolare, ovvero il 2015 e il 2016, valutando il dato delle famiglie. Il dato di coloro che procedono sotto la soglia della povertà è pressoché stabile, con forte affermazione dello svantaggio nel Mezzogiorno. Ma chi vive in una condizione di povertà, è ancora più povero. Nel 2015 infatti la percentuale era al 18,7%, che ha toccato il 20,7% nel 2016.
Sono circa 7,3 milioni le persone che vivono in condizioni di grave deprivazione, non riuscendo a uscire da un profondo disagio economico. Sono soprattutto la Sicilia e la Campania a soffrire questa condizione, ferme rispettivamente al 26,1% e al 25,9%.
L’Istat fa notare che, a sorpresa, è intensificata la povertà nel Centro Nord, molto più forte rispetto al Sud. Le famiglie di residenti che vivono in povertà assoluta sono il 6,3%, pari a ben 4 milioni di persone. Sono invece oltre 2 milioni le persone relativamente povere.
Grave disagio per l’occupazione femminile
Ciò che preoccupa è il tasso di disoccupazione giovanile (fascia di età che va dai 15 e i 24 anni) al Sud. Il dato è sceso di tre punti nel 2017, ma nel Mezzogiorno si tocca il 51,4% di giovani senza lavoro. E’ soprattutto la Calabria a ottenere un record negativo con una media del 55,6%, con maggioranza per le ragazze.
E’ proprio l’occupazione femminile a far registrare dati drastici: peggio di noi in Europa c’è solo la Grecia. Peccato però che il mercato del lavoro stia dando segnali di ripresa, ma le fratture non mancano. Se da un lato si scopre che nel 2017 il tasso di occupazione è salito al 62,3% tra 20 e 64 anni, è altrettanto vero che vi è un forte gap a livello di genere. Le donne senza lavoro sono molto più degli uomini disoccupati.
Greci e croati hanno un tasso di occupazione inferiore rispetto al nostro, ma se parliamo di occupazione femminile, peggio di noi fa solo la Grecia.