Perché l’assicurazione auto in Italia è obbligatoria?
L’assicurazione auto in Italia è obbligatoria dal 1969, grazie all’approvazione della legge 990. Si tratta di un obbligo istituito proprio per cercare di elevare un argine a protezione dei cittadini che possono essere coinvolti in un incidente, sia il danneggiato che chi ha provocato il sinistro. Il primo, infatti, potrebbe non essere soccorso dall’investitore, mentre il secondo nel caso provocasse la morte o il ferimento della controparte senza copertura assicurativa potrebbe andare incontro ad un vero e proprio bagno di sangue dal punto di vista finanziario, rovinandosi l’esistenza.
La tutela del danneggiato innanzitutto
Va peraltro sottolineato come il principio fondamentale cui si è ispirato il legislatore, è stato proprio quello di concedere la massima protezione alla parte danneggiata.
Un concetto che può del resto essere facilmente intuito dal grande numero di incidenti che ancora oggi vedono protagonisti i cosiddetti pirati della strada i quali, dopo essersi resi autori di investimenti, fuggono dal luogo dello scontro per sottrarsi alle proprie responsabilità. Una pratica purtroppo molto frequente nel nostro paese che ha spinto le autorità ad intervenire con un provvedimento ad hoc.
I motivi che spingono a non fare l’assicurazione
Sono ormai più di 4 milioni gli automezzi che circolano lungo le strade nazionali senza avere alcun contrassegno assicurativo. Il tutto mentre in Italia, nonostante l’entrata in vigore del provvedimento sull’omicidio stradale e sull’omissione di soccorso, il 25 marzo 2016, sono aumentati gli incidenti causati dai pirati della strada. Numeri drammatici derivanti da due fattori concomitanti, a detta degli esperti: da un lato la crisi economica, che spinge sempre più persone a fare a meno dell’RC Auto, dall’altro il costo ancora troppo elevato delle tariffe stabilite dalle compagnie assicurative, attestate in Italia praticamente al doppio della media europea.
Cosa succede se si circola senza assicurazione
Chi ancora non lo abbia fatto, però, potrebbe essere presto costretto a sottoscrivere la copertura obbligatoria per la propria autovettura. Il contrassegno assicurativo, infatti, è stato in pratica dematerializzato il 18 ottobre 2015 mossa prefigurata dall’articolo 31 del decreto Liberalizzazioni del 2012 (a firma del governo Monti), e ha l’obiettivo di contrastare la contraffazione delle assicurazioni.
Ciò vuol dire che non è più necessario portare il vecchio tagliandino sul cruscotto dell’automezzo per evitare la multa in caso di controllo della polizia stradale. Ciò non implica però che siano scomparse le sanzioni, anzi, se si pensa che ora è possibile l’utilizzo di telecamere, tutor, Telepass, ZTL cittadine e altro per raccogliere un numero di targa e fare il controllo incrociato con lo speciale database, in cui sono immessi quelli non coperti da assicurazione.
In pratica è la tecnologia Autoscan, un dispositivo laser il quale permette la lettura attraverso un’inquadratura della targa dei veicoli in transito, a dar modo di trasmettere il dato in tempo reale all’unità mobile, ove l’agente riceve sul tablet di cui è dotato le notifiche. Nel caso il veicolo sia rubato, sprovvisto di assicurazione o senza revisione, si attiva l’allarme, dando modo alla pattuglia di fermare l’automobilista e provvedere a sanzionarlo.
Attenzione, non c’è solo la multa
Va però ricordato che in casi di questo genere, il provvedimento amministrativo può andare oltre la semplice multa. La polizia infatti può prelevare l’auto, facendola trasportare e depositare in luogo non soggetto a pubblico passaggio, restituendola nel caso in cui il trasgressore paghi la multa in misura ridotta (ossia entro 60 giorni dalla notifica), regolarizzi l’assicurazione per almeno sei mesi e garantisca il pagamento delle spese di prelievo, trasporto e custodia del veicolo. Nel caso contrario e ove non proponga ricorso al giudice, la polizia invierà invece il verbale al Prefetto. Se però manca l’assicurazione e viene solo pagata la multa, l’autoveicolo non sarà dissequestrato.
Per cercare di risolvere questa situazione, è quindi intervenuto il Viminale, il quale ha disposto che in caso di pagamento della multa in misura ridotta senza previo riattivo della copertura assicurativa per almeno sei mesi, sarà la polizia, scaduti sessanta giorni dalla contestazione o notificazione della contravvenzione, ad inviare il verbale al prefetto. Prefetto che, a sua volta, emetterà un’ordinanza in cui sarà fissato il termine entro il quale deve essere riattivata la polizza e portata in visione presso l’ufficio di polizia competente.