Cosa sono le azioni quotate in borsa
Il livello bassissimo dei tassi di interesse, infatti, rende assolutamente sconsigliabile tenere le proprie risorse finanziarie su un conto corrente bancario, mentre anche i classici BOT, che per molti decenni sono stati una valvola di sfogo estremamente redditizia, sono ormai stati svuotati della loro funzione.
In questo quadro diventa perciò necessario guardarsi intorno e cercare di capire quali settori rappresentino una possibile alternativa di investimento. Una opzione in tal senso è rappresentata dalle azioni quotate in Borsa, un’attività di carattere finanziario che una volta era limitata ai grandi investitori e che negli ultimi anni è diventata alla portata di chiunque si senta di misurarsi con il mercato.
Cosa sono le azioni
In pratica si tratta delle frazioni in cui un’azienda decide di cedere una parte del suo capitale, con il preciso scopo di reperire fondi coi quali finanziare le proprie attività. Il capitale messo sul mercato può essere totale o parziale, una scelta che deve essere naturalmente compiuta dal management della società interessata.
Chi decide di acquistare le azioni di una società, ne diventa in pratica socio, acquisendo una serie di diritti a partecipare agli utili e ad essere non solo informato, ma anche a partecipare all’assemblea degli azionisti, in cui magari far valere il proprio parere rispetto alla conduzione della società.
Il valore delle azioni
Quando si parla di valore delle azioni, occorre fare attenzione a non cadere in equivoci. Occorre infatti ricordare che:
- il valore nominale è quello riguardante il valore della quota di capitale sociale detenuto da ogni azione;
- il valore patrimoniale è quello che si ottiene dalla divisione del patrimonio netto della società per il numero di azioni immesse sul mercato e può variare proprio a seconda degli eventi relativi all’azienda;
- il valore di mercato è quello esplicitato di giorno in giorno dai listini ufficiali di borsa e che sta ad indicare il prezzo a cui sono scambiate le azioni.
Facciamo l’esempio dell’Associazione Sportiva Roma, una delle tre società di calcio italiane quotate a Piazza Affari. Il suo valore di mercato è attualmente attestato a 165 milioni di euro, con ognuna delle 330 milioni di azioni scambiata a 0,50 euro (valore nominale). La capitalizzazione può quindi mutare di giorno in giorno, a seconda del verificarsi di eventi positivi o negativi, non soltanto i risultati sportivi, ma anche relativi ad aspetti che sugli stessi potrebbero influire, come ad esempio la ventilata creazione dello stadio di proprietà, di cui si discute molto in questi giorni.
Da cosa dipende il valore delle azioni?
La formazione del prezzo di listino delle azioni, viene determinato in particolare da due fattori:
- Il quadro macroeconomico in cui si trova ad operare l’azienda che le ha emesse;
- I risultati della stessa, ovvero il fatturato e gli utili conseguiti.
In relazione al primo fattore, occorre dire che gli investitori sono solitamente molto attenti a quello che viene definito calendario economico, ovvero la sfilza di rapporti nei quali sono messi in rilievo dati reputati estremamente importanti per cercare di interpretare la congiuntura economica. Ad esempio, è considerato molto importante il rapporto periodico relativo all’occupazione di Paesi o aree importanti come gli Stati Uniti o l’Unione Europea, così come viene data grande rilevanza ai report riguardanti dati come quello relativo all’inflazione, ai consumi o all’andamento dei tassi di interesse. Si tratta di dati macroeconomici in grado di dire se è in corso una fase positiva dell’economia o se invece si va verso una crisi o una possibile stagnazione. In caso di dati positivi, le azioni possono salire, mentre in caso contrario possono diminuire il loro valore.
Analoga importanza, se non addirittura superiore, hanno naturalmente i dati societari, in particolare quelli relativi al fatturato e agli utili. Anche in questo caso ove il fatturato aumenti ci può essere un rimbalzo verso l’alto del titolo, anche se è spesso ritenuto più importante il dato relativo agli utili. Ad esempio, nel recente passato, i report relativi a titoli come Microsoft o Apple hanno provocato reazioni discordanti, in quanto pur presentando un aumento di fatturato, avevano visto una crescita degli utili al di sotto di quella prevista dagli analisti.
Quali sono le tipologie di titoli azionari?
Le azioni vengono suddivise in due categorie principali: azioni ordinarie e di risparmio.
Nel primo caso chi le acquista si ritrova investito non solo della proprietà di una parte del capitale aziendale, ma acquisisce il diritto di partecipazione alle assemblee societarie e alla formazione del processo decisionale, naturalmente se si possiede una quota rilevante. A tal proposito per anni in Italia è andata di moda la frase di Renato Cuccia, allora direttore generale di Mediobanca, il cosiddetto salotto buono dell’imprenditoria tricolore, secondo il quale le azioni non si contano, ma si pesano, lasciando intendere che conta anche il nome del loro possessore. Un concetto assolutamente distorsivo della libertà dei mercati, in quanto porterebbe per assurdo a dare più importanza al parere di un capitano di industria con poche azioni, che a quello di una persona magari in possesso di minore reputazione, ma di un pacchetto azionario molto più vasto.
Le azioni di risparmio non conferiscono gli stessi diritti, ma permettono a chi le sottoscrive di garantirsi dividendi in caso ci sia un realizzo.
Va anche ricordata una terza tipologia, ovvero le azioni privilegiate, simili a quelle di risparmio e che insieme alle due precedenti danno luogo alla cosiddetta capitalizzazione di Borsa di una società. Proprio questo, in ultima analisi, è il valore sottoposto a continui mutamenti giornalieri derivanti dal concorso dei fattori che abbiamo ricordato.
L’insider trading
Chi riesce a guadagnare molto in Borsa, lo fa potendo contare su informazioni di carattere economico che gli consentono di prevedere i trend in formazione. In alcuni casi, però, le informazioni possono essere assolutamente riservate e provenire dall’interno delle società. Se un soggetto privato prova ad effettuare operazioni in Borsa sfruttandole impropriamente, può essere accusato del reato di Insider Trading.
Nel corso degli anni sono stati molti i casi clamorosi in tal senso, a partire da quello che ha visto protagonista l’amministratore delegato di Galleon Group, Raj Rajaratnam, nel 2011, terminato con una condanna record a 11 anni di prigione.
Altro caso di grande rilievo è poi stato quello che ha riguardato Mathew Martoma, ex gestore di portafoglio della SAC Capital Advisors, un hedge fund statunitense, il quale ha approfittato di informazioni riservate per dare vita alla più grande operazione profittevole della storia. Un’operazione però giudicata truffaldina dalle autorità che regolano il mercato borsistico degli Stati Uniti, le quali lo hanno messo sotto inchiesta, ottenendo la sua condanna a nove anni di detenzione, il prezzo pagato per il guadagno di 276 milioni di dollari ottenuto nel 2014.
Come si può agevolmente capire, nel Paese del capitalismo avanzato le frodi in Borsa sono considerate alla stregua di reati gravissimi, in quanto destinate a minare la fiducia dei piccoli risparmiatori, allontanandoli dai mercati.
Siate prudenti
Quando si decide di investire in Borsa, occorre fare molta attenzione, trattandosi di una attività finanziaria che, come tale, è caratterizzata da alti indici di volatilità, ovvero può mutare profondamente il suo corso da un momento all’altro. Come è avvenuto ad esempio durante la celebre crisi di Wall Street del 1929 ed in epoca più recente, lasciando sul campo soprattutto i piccoli risparmiatori, quelli che spregiativamente vengono bollati con il termine di Parco buoi.
In particolare, proprio in epoca attuale la Borsa presenta rischi resi ancora più elevati dal fatto che le transazioni si svolgono praticamente in tempo reale, coi computer, restringendo ancora di più i tempi per chi deve prendere decisioni. Ecco perché prima di investire in Borsa ci si dovrebbe soffermare non solo sui rischi ad essa connessi, ma anche sulla propria capacità di comprensione dei suoi meccanismi.