TeleTrade: Cina, Stati Uniti e Europa: nuovi scenari internazionali
Negli ultimi mesi, tra pandemia e dazi, la Cina è sempre stata tirata in causa, tanto che questo singolo stato viene spesso messo a confronto con interi continenti, anche perché gli altri paesi se presi singolarmente non potrebbero reggere il paragone.
In termini di superpotenze mondiali, la Cina negli ultimi anni ha fatto passi da gigante e addirittura per diversi economisti è riuscita a spuntarla nei confronti degli Stati Uniti, posizionandosi sul gradino più alto del podio; tale situazione ha ulteriormente accelerato il gap di inferiorità economica nei confronti del continente europeo.
Paradossalmente, il Covid-19 nato proprio in Cina, non ha assolutamente scalfito l’egemonia della Cina nei mercati internazionali, anzi il virus sembra aver dato la spinta propulsiva per prendere le distanze dalle altre super potenze.
Inoltre, un altro fattore che ha contribuito ad allargare il divario tra Cina e il resto del mondo, e soprattutto tra Stati Uniti ed Europa, è stato l’effetto della presidenza Trump alla Casa Bianca, dovuto prevalentemente non solo per le sue intemperanze, i suoi comportamenti arroganti, le sue bugie, i suoi Twitter atti a cambiare gli scenari dello scacchiere internazionale, ma soprattutto al suo modo di governare il paese a stelle strisce, ovvero i quattro anni di “American first, degli altri non mi importa” il quale ha comportato un allentamento preoccupante dei rapporti americani con la Cina, soprattutto con i dazi applicati, ma anche con i tradizionali alleati europei, Italia compresa. In realtà, altri quattro anni di amministrazione Trump, avrebbero accelerato il processo di allentamento, con un unico risultato, ovvero quello che avrebbe consolidato il paese a stelle e strisce, forti di una economia ancora forte ed efficiente, ma con una crescita significativamente inferiore rispetto a quello della Cina, e i paesi europei persi nelle loro contraddizioni.
La Cina cresce da anni a ritmi molto più elevati della media del pianeta, molto più dell’Europa e degli Stati Uniti; e tra non molti anni molto probabilmente, il Pil cinese supererà quello americano, tale situazione potrebbe comportare un grande rischio, così valuta la situazione l’analista di TeleTrade.
Il rischio è di trovarsi, per le generazioni future, in un mondo con il “baricentro” spostato ad oriente. Il ruolo della Cina, con i suoi miliardi di individui che producono e spendono, potrebbe essere rilevante e pericoloso per l’Occidente; rilevante perché la Cina continua nel suo processo di crescita, forte anche dei suoi nuovi satelliti, quasi tutta l’Africa e non solo; pericoloso soprattutto se l’Occidente si dimostrasse diviso.
Per evitare di perdere terreno con la Cina e allargare ancora di più il gap con la Cina, l’Occidente dovrà per forza di cosa svolgere due compiti fondamentali; il primo spetta agli Stati Uniti, i quali dovrebbero ritornare al più presto al loro antico ruolo di catalizzatori dei paesi europei; con la presidenza di Joe Biden si potrebbe dare una svolta sostanziosa con un ritorno al passato nei rapporti con il Vecchio Continente, in quanto gli Stati Uniti hanno bisogno dell’Europa per contrastare la crescente supremazia cinese; e di pari passo anche l’Europa ha bisogna degli Stati Uniti per non restare soffocata e sentirsi trascurata dagli alleati storici in modo da evitare qualsiasi attrazione ammaliatrice verso l’est per poter sopravvivere.
Il secondo compito spetta all’Europa, dovrà continuare il suo percorso verso il sogno degli Stati Uniti d’Europa, un percorso che al momento si è rivelato ostico e pieno di insidie ma che deve andare avanti. Ovviamente di questo percorso ne beneficerebbero tutte le nazioni che ne fanno parte, ma fra esse, un ruolo di primo piano ed un ritorno sul gradino della settima potenza mondiale potrebbe essere svolta dall’Italia. Con un tale scenario, ne beneficerebbero gli Stati Uniti nel contenere insieme all’Europa, la supremazia cinese in corso di formazione. Peraltro, se non ci fosse l’Europa unita, i paesi europei perderebbero il ruolo che oggi rivestono nel contesto internazionale. L’Italia, la Francia, la stessa Germania, che hanno scritto nei secoli la storia del mondo, sarebbero emarginati se agissero da soli, con il baricentro del pianeta che si sposterebbe dall’Atlantico al Pacifico.
Ritornando al colosso cinese, proprio durante l’ultimo fine settimana essa ha firmato con altri 14 Paesi il più grande patto commerciale di libero scambio del pianeta; il Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP), così si chiama il patto commerciale, esso rappresenta un altro passo in avanti da parte della Cina per consolidare la sua egemonia e scalfire la posizione degli Stati Uniti, sua storica rivale come prima superpotenza mondiale. L’accordo comprende 20 capitoli di regole che coprono dal commercio di beni, investimenti e commercio elettronico alla proprietà intellettuale e agli appalti pubblici, con la prospettiva di entrare in vigore quando tutti i firmatari lo avranno ratificato.
Per quanto riguarda i rapporti commerciali tra l’Italia e la Cina, resta di fondamentale importanza che quest’ultima si trovi al centro di numerose “global supply chain” (catene di produzione globali); ovvero, un’auto italiana può essere progettata in Italia, ma buona parte dei suoi componenti possono essere prodotti in Cina, Polonia a Argentina, con il prodotto finale che può essere poi assemblato in Romania per poi essere venduto in tutta Europa. Quindi, se uno dei componenti indispensabili per la produzione italiana viene prodotto in Cina e in particolare in stabilimenti che si trovano in aree coinvolte dalla quarantena per il coronavirus, l’intera catena rischia di incepparsi, riassume l’analista di TeleTrade.
Il coronavirus, nei primi mesi della pandemia, già ha messo in allarme molte Società che utilizzano determinate catene mondiali; come Fiat-Chrysler che ha detto che se la situazione attuale persisterà anche nei prossimi mesi allora dovranno pensare di chiudere uno degli stabilimenti presenti in Europa.
A tal punto l’Italia, è quella che verrà più colpita da questa situazione per via della lenta crescita economica, soprattutto saranno colpiti i settori del turismo in primis e subito dopo quello del lusso.
Conclusioni
Concludendo, dato che la Cina è il leader mondiale in termini di esportazioni e secondo per importazioni, è facile dedurre che questo mercato è vitale per l’Italia. Attualmente è ancora presto per fare congetture su quanto potrà essere negativo l’impatto economico di questa epidemia. È facile supporre però che oltre ai rischi corsi per quanto riguarda l’import/export, le conseguenze potranno essere allargate anche all’intera catena dove la Cina gioca sempre e comunque un ruolo fondamentale.