Debito pubblico da record: è cresciuto del 15% in soli 5 anni
Torna ad aumentare il debito pubblico, raggiungendo cifre da record. Nel mese di giugno 2017 infatti si è arrivati a superare 2.281 miliardi, con una crescita del 15% in 5 anni.
Dove si possono cercare le colpe di questo colpo? Pare che sia tutto legato al fabbisogno delle amministrazioni pubbliche, che è stato solo in parte compensato (per 6,3 miliardi su 8,4 necessari).
Sono inoltre diminuite le disponibilità liquide del Tesoro, che vanno a quota 52,6 miliardi da 92,5 del giugno 2016.
Cinque anni al +15%: scendono gli incassi semestrali
Mentre resta invariato il debito degli Enti di previdenza, è salito di ben 4 miliardi il debito delle Amministrazioni centrali. E’ invece calato quello delle Amministrazioni locali, che arriva a 1,9 miliardi. I dati sono stati confermati direttamente dal bollettino della Banca d’Italia, il cui nome è “Finanza pubblica, fabbisogno e debito”.
Facendo un salto indietro nel tempo, notiamo che nel 2012 il debito pubblico era a quota 1.928 miliardi, ed è salito in modo allarmante in 5 anni. Scendono poi gli incassi nel primo semestre dell’anno per l’erario. Le entrate nel mese di giugno contabilizzate nel bilancio dello Stato sono di 31,6 miliardi, nettamente inferiori rispetto a quanto registrato l’anno prima nello stesso periodo.
I primi sei mesi del 2017 si sono verificate entrate per 186 miliardi, un dato in calo del 5,8% rispetto a un anno fa. Questo peggioramento è legato alle scadenze sul versamento di una serie di imposte.
Aumenta il debito pubblico e gli investitori stranieri se ne vanno
Scende così il portafoglio dei titoli di Stato italiani che sono nelle mani di investitori stranieri. In base ai dati di Bankitalia, già dal mese di maggio infatti gli investitori che non sono residenti in Italia, hanno “tentato la fuga”.
A fine maggio il controvalore di quei titoli governativi italiani in possesso degli scommettitori stranieri era pari a 663,471 miliardi. Un dato in calo rispetto a quanto registrato ad aprile.
Se vogliamo trovare un risultato che sia ancora più negativo bisogna addirittura risalire al marzo 2014: al tempo la somma si fermò a 655,900 miliardi.