Decreto Dignità verso l’approvazione: voto finale alle porte
Continua la frenetica corsa verso l’approvazione del decreto Dignità al Senato, in seguito al via libera della Camera. L’obiettivo è arrivare a un responso positivo prima della pausa estiva, anche se ora la situazione si fa sempre più difficile.
Il testo è giunto in assemblea senza alcun mandato formare al relatore, come spiegato dal presidente della commissione Finanze Alberto Bagnai. Il motivo? Non c’è stato il tempo per esaminare gli oltre 700 emendamenti.
Nelle stesse commissioni Finanze e Lavoro del Senato, è stato interrotto il lavoro senza aver potuto passare al vaglio tutti gli emendamenti che sono stati presentati. Arrivato in Aula, il testo riparte dalla bocciatura delle pregiudiziali firmate da Fi e Pd.
Via libera al decreto dignità: parla Di Maio
In Aula si è chiamati a parlare dell testo modificato dalla Camera, passando all’esame delle proposte di modifica, per poi arrivare al tanto discusso via libera che è atteso per la giornata di domani. Da parte sua, il vicepremier Luigi Di Maio, aveva già escluso la possibilità di ricorrere alla fiducia per poter velocizzare l’approvazione del testo.
Sono serviti 3 giorni, circa 250 emendamenti per arrivare ad approvare il Dl, “senza fiducia”, come ha sostenuto lui stesso ospite ad Agorà Estate, su RaiTre. “Credo che non ci debba essere fiducia, l’avevo detto alla Camera”.
E intanto il decreto, che deve essere approvato per essere poi trasformato in legge entro 60 giorni, è già pubblicato nella Gazzetta ufficiale. La scadenza del tempo previsto è fissata per l’11 settembre. Il vicepremier ha anche spiegato che “non ci saranno aumenti dell’Iva”, facendo riferimento alla prossima legge di Bilancio.
Innovazione sul lavoro per assunzioni under 35
Alla Camera aveva già colpito una particolare tematica, legata all’estensione degli sconti contributivi, al fine di favorire le assunzioni degli under 35. Tale scelta dovrebbe permettere di arrivare a oltre 60mila contratti in più l’anno.
Se non sarà domani, ci si aspetta il voto finale per mercoledì mattina, senza dover appunto porre la questione di fiducia.
Intanto il Pd, ha ribadito che questo decreto Dignità non fa altro che incentivare la disoccupazione, mettendo così a rischio migliaia di posti di lavoro.