E-commerce in Italia: i principali dati sul settore
Gli acquisti online hanno conosciuto un’impennata durante la pandemia, che ha visto crescere il bisogno di fare acquisti e riceverli a casa soprattutto a seguito delle limitazioni da rispettare. La nuova modalità di acquisto però, oltre a soddisfare una necessità momentanea è diventata anche una comoda abitudine e, anche nel 2022 ha continuato a crescere, anche se in maniera un po’ più lenta rispetto al boom iniziale.
Stando al rapporto pubblicato dalla Fondazione per la sostenibilità digitale, nel 2023 il mercato dell’e-commerce in Italia raggiungerà un valore di 54 miliardi di euro con una penetrazione dell’e-commerce sul retail del 12%. Questo valore si traduce in un impatto importante sull’intera filiera della vendita e sull’indotto che porterà a nuove richieste in ambito lavorativo e a novità anche sulle metodologie promozionali e strategiche sul mercato.
Vediamo insieme i principali dati del settore.
E-commerce: i numeri
Secondo quanto rilevato dall’Osservatorio eCommerce B2c, nel 2022 a livello internazionale, l’e-commerce di prodotto ha fatto registrare un +8% rispetto al 2021 e l’e-commerce dei servizi ha avuto proprio un’esplosione con un +59% rispetto all’anno precedente, con i settori turistici e dei trasporti a fare da trascinatori.
Oltre alla fisiologica stabilizzazione della crescita di un mercato, a rallentare la corsa dell’e-commerce sono state anche le cause esterne, come la crisi internazionale, l’inflazione e la guerra in Ucraina. L’aumento delle materie prime e l’impennata dei costi dei consumi ha portato infatti le persone a rimandare degli acquisti e a inserirli in una più oculata gestione dell’economia domestica.
Lato aziendale, è da segnalare un incremento dei costi di energia e di trasporto, oltre ad un aumento dei costi per le materie prime e un calo dell’export, in particolare verso i paesi che risentono di tensione socio-politiche.
Tutto questo si traduce in un ripensamento della gestione dei servizi, compreso l’e-commerce, che punta ad un’ottimizzazione delle risorse per non far abbassare troppo i ricavi. Sarà questa la sfida che attende i professionisti del marketing e dell’economia, che dovranno trovare soluzioni efficaci per mantenere in positivo questo mercato, che comunque ormai è ben instradato, senza perdere in termini di qualità e affidabilità della gestione.
La formazione per lavorare nell’e-commerce
Per restare competitivi anche sul mercato internazionale, anche la formazione fa la sua parte per favorire l’e-commerce. Ci sono infatti diversi corsi di laurea che permettono agli studenti di avere una preparazione di base in economia e gestione aziendale e master per specializzarsi in e-commerce con l’obiettivo di formare figure professionali adatte a gestire sia la vendita tradizionale sia la vendita online. La laurea e il master si possono conseguire anche con le università telematiche come Unicusano, che utilizzano la metodologia dell’e-learning per trasferire conoscenze e che permettono di seguire le lezioni da remoto in ogni momento della giornata.
I lavoratori dell’indotto e-commerce
I lavoratori del digital retail sono oltre 300 mila e questo rende il settore importante per l’economia italiana. Numeri simili, che comunque continuano a crescere in base alle richieste, nel tempo avranno sempre più bisogno di figure professionali che possano continuare a valorizzare i prodotti Made in Italy e l’export nonostante la crisi sui prezzi che si sta vivendo adesso, anche perché in Italia oltre un terzo della popolazione è interessata e usufruisce dei prodotti e dei servizi venduti online.