Ecco come il lavoro in remoto sta cambiando il mercato
Negli Stati Uniti è già una certezza da tempo, mentre in Italia sta iniziando a diffondersi con sempre maggior insistenza. Parliamo del lavoro in remoto, una tendenza che permette a lavoratori e imprenditori di sfruttare una serie di benefici. E il mercato sembra rispondere in modo del tutto particolare.
Tutto ciò che serve per poter svolgere il proprio lavoro dentro le mura di casa è una connessione (per usare Internet in libertà) e un pc, fedele alleato per completare numerose attività. I benefici sono riscontrati a 360 gradi: i datori di lavoro risparmiano sui servizi che dovrebbero essere offerti e sostenuti per garantire il lavoro in ufficio.
I dipendenti (o freelance in alcuni casi) possono decidere di lavorare da casa qualche giorno o tutta la settimana, spingendosi anche fuori dai centri urbani, in modo da risparmiare sugli affitti.
Lavoro in remoto: grande svolta per l’immobiliare
In terra americana è stata analizzata questa nuova tendenza di lavoro, che permette di rendere sempre più “digitalizzate” molte professioni. Per questo motivo non sono mancate le conseguenze sul mercato immobiliare, dove giungono sempre più richieste di case/lavoro. Ciò significa che oltre a ricercare un appartamento dove vivere, molti clienti cercano anche uno spazio dove poter lavorare.
Nel 2018 il 30% degli americani in cerca di dimora lavorava da casa (tra uno e 4 giorni alla settimana). Il 13% invece lo faceva in modo continuativo per tutto l’anno. Si ricercavano quindi case che prevedevano uno spazio da dedicare all’ufficio. Ovviamente si tratta di stanza che dovrà essere silenziosa, isolata dal resto della casa, dove poter sempre ottenere massima privacy.
E’ presto detto che il mercato immobiliare del territorio a stelle e strisce si sta già adeguando alle richieste, cercando di dare il giusto peso all’ufficio domestico. Parallelamente a questo cambiamento si registra anche l’aumento degli affitti di stanze singole. Perché è correlato alla diffusione del lavoro in remoto? Perché rappresenterebbe il desiderio di flessibilità, di muoversi da una città all’altra senza dover fare i conti con la disdetta di un contatto di affitto.
Le altre tendenze emerse
E’ certo che lavorare da remoto riduce il numero di trasferimenti, poiché anche se si cambia lavoro non si deve cambiare ufficio. E lo sanno bene le società che da tempo si affidano a professionisti di alto livello, che possono lavorare anche se risiedono dall’altra parte del mondo.
Molti lavoratori poi sembrano scegliere dove vivere non solo in base ai costi degli affitti, ma valutando anche le agevolazioni fiscali. Ha fatto grande scalpore la notizia di un incentivo fornito nel Vermont a tutti coloro che si trasferiscono nello Stato per lavorare da casa. Si parla di sovvenzioni fino a 10 mila dollari, che hanno attirato fino ad ora 50 persone in 9 mesi.