Gli investimenti più sicuri nei periodi di crisi
Gli italiani, come noto, sono un popolo maggiormente avvezzo al risparmio. Un atteggiamento più da formica che da cicala, che ha consentito al nostro paese, nonostante l’abnorme peso del debito pubblico, di poter risultare solvibile agli occhi degli operatori finanziari internazionali. Storicamente, gli italiani hanno sempre cercato di investire i propri risparmi in titoli definiti “sicuri”, parola quanto mai complessa da accostare al mondo finanziario in questo periodo.
D’altro canto, i tassi negativi imposti dalla Banca Centrale Europea, volti a mitigare la persistente crisi economica dell’area €uro, sono un ostacolo all’ottenimento di rendimenti decorosi in uno strumento da sempre particolarmente apprezzato dai cittadini del Belpaese: i titoli di stato. Ottenere discreti profitti, o perlomeno sufficienti, in questo comparto, è diventato sempre più complesso col passare del tempo.
Rendimenti dei BTP a picco: quali sono le motivazioni?
E’ sufficiente dare un’occhiata ai rendimenti netti dei BTP, ovvero i titoli di stato pluriennali, per accorgersi che gli stessi risultano negativi sino alla durata di cinque anni circa, ed entro i dieci anni, oltretutto, forniscono un ritorno economico decisamente poco appetibile. Essi, oltretutto, sono esposti, specie per le scadenze più lunghe, a delle sensibili variazioni di prezzo che, potenzialmente, potrebbero costituire una perdita per il detentore qualora se ne liberasse prima della scadenza.
I fattori che possono comportare un aumento o una diminuzione del prezzo dei BTP sono, essenzialmente, due: lo spread e le politiche monetarie della Banca Centrale Europea in tema di tassi d’interesse. Il primo fattore, ovvero lo spread, è divenuto centrale negli ultimi dieci anni, epoca in cui il nostro debito sovrano, a più riprese, è entrato nell’occhio del ciclone degli analisti finanziari, perplessi, non di rado, sulle capacità del nostro stato di far fronte ai propri impegni.
I tassi d’interesse ufficiali, invece, riguardano l’intera area €uro, ma possono incidere, profondamente, anche sui possessori dei titoli di stato. La politica monetaria accomodante della BCE prosegue, ormai, da svariati anni e, complice anche l’emergenza sanitaria attualmente in corso, difficilmente verranno portati in area positiva (attualmente -0,50%) nell’arco di breve termine. Sul lungo periodo, invece, nulla è scontato: un ritocco dei tassi, di norma, colpisce più profondamente le scadenze di medio-lungo periodo.
Trovare un investimento sicuro, quindi, non è affatto semplice in questa particolare situazione storica, soprattutto in ambito finanziario: la scelta di un determinato asset, talvolta, viene fatta come quando si tenta la fortuna alla roulette, uno dei tanti giochi proposti dai siti certificati AAMS, sinonimo di affidabilità e correttezza, presenti nel portale casinosicurionline.net.
Tornano di moda i beni rifugio
Negli ultimi mesi, di conseguenza, è tornata particolarmente di moda la terminologia “bene rifugio”, utilizzata, in alcuni casi, totalmente a sproposito. Per “bene rifugio”, infatti, si intende un bene il cui valore viene ritenuto intrinseco, ovvero in grado di mostrarsi resiliente ad una serie di eventi negativi, quali possono essere, ad esempio, il default di un’economia, una bolla speculativa oppure, restando all’attualità, un evento imprevedibile come, per l’appunto, lo è stato il coronavirus.
Una funzione protettiva che, di norma, viene ulteriormente premiata nei momenti di crisi, in quanto può potenzialmente svolgere la funzione di “paracadute” dei soldi: il valore di questi beni, infatti, tende ad essere costante nel tempo e quasi totalmente immune da fattori esterni sfavorevoli come quelli poc’anzi citati.
Il bene rifugio per antonomasia, il più noto a “grandi e piccini”, è l’oro, che si può acquistare anche per il tramite di strumenti finanziari, ma che nell’immaginario collettivo viene percepito “sicuro” solo se acquistato tramite i famosi lingotti d’oro. In ambito finanziario, tuttavia, esiste ancora uno strumento che può essere ritenuto sicuro con ragionevole certezza: le polizze vita rivalutabili, tecnicamente chiamate di Ramo I.