La Banca Ifis a quale gruppo bancario appartiene?
Banca Ifis rappresenta una realtà in forte espansione nel sistema bancario italiano. L’istituto non appartiene ad alcun gruppo bancario, ma ha il suo azionista di maggioranza in Sebastien Egon Furstenberg, il quale possiede il 50,225% delle quote azionarie, a fronte di quote oscillanti tra il 3,443 di Giovanni Bossi e il 2,054 di Wasatch Advisor, mentre il flottante ammonta al 36,236%.
Banca Ifis: una realtà particolare
La Banca Ifis rappresenta una realtà abbastanza particolare, ovvero di un istituto che oltre alla normale attività commerciale è specializzato nel credito di difficile riscossione e in quello fiscale. Quotata presso la Borsa Italiana, all’interno degli indici FTSE Italia Mid Cap e FTSE Italia STAR, Banca Ifis è nata nel 1983 con la denominazione completa di Istituto di Finanziamento e Sconto S.p.A.
Sei anni dopo è stata ammessa al mercato ristretto di Milano, mentre il 1997 ne ha visto l’iscrizione all’elenco speciale degli intermediari finanziari. L’inizio dell’attività bancaria è avvenuto il primo giorno del 2002, anno in cui Banca IFIS è stata anche ammessa al mercato telematico azionario, cui ha fatto seguito nel 2004 l’entrata nel segmento STAR di Borsa Italiana.
Nel periodo successivo ha iniziato a consolidare le sue basi, procedendo ad una serie di acquisizioni, tra cui quella di IFIS Finance, istituto polacco operante nel factoring per l’indotto della produzione locale del Gruppo Fiat, avvenuta nel luglio del 2006. Due anni dopo è stato poi varato un programma teso a diversificare le fonti di raccolta, in particolare facendo leva su Rendimax, un conto deposito online ad alto rendimento, garantito in particolare dal fatto che Banca Ifis aderisce al Fondo Interbancario.
Nel corso del 2011 la Banca Ifis ha ottenuto da Banca d’Italia l’autorizzazione all’OPA su Toscana Finanza, istituto specializzato nell’acquisizione pro-soluto e nella gestione dei crediti di difficile esigibilità, con la successiva incorporazione avvenuta alla fine dell’anno, dopo l’avvio di una joint venture in India tesa a implementare il profilo internazionale della banca.
All’inizio del 2013 Banca Ifis ha poi varato il conto corrente Contomax, per poi procedere alla metà dell’anno alla creazione di Credi Impresa Futuro, un nuovo marchio ideato con il fine di dare il necessario supporto alle PMI operanti sul mercato tricolore. Nel 2015 Banca IFIS, dopo aver superato lo storico traguardo del miliardo di capitalizzazione, ha poi dato vita ad un ulteriore consolidamento nell’Area NPL (Non Performing Loans), lanciando la divisione “Farmacie” di Banca IFIS Pharma.
Infine, nel corso dell’ultimo anno ha dato vita a Banca Ifis Impresa, per rafforzare il suo ruolo di supporto al sistema produttivo italiano, acquisendo inoltre GE Capital Interbanca per 160 milioni di euro, con conseguente allargamento della propria attività a settori come il leasing, il lending a medio termine e la finanza strutturata.
L’acquisto di Interbanca
Una operazione salutata con favore dagli analisti di Mediobanca, secondo i quali proprio per tale via Banca Ifis migliorerà il Cet1 (acronimo di “Common Equity Tier 1 Ratio”, ovvero il principale indicatore di valutazione della solidità patrimoniale di una banca, esprimendo il rapporto tra il capitale ordinario versato e le attività ponderate per il rischio) e, quindi, il suo capitale.
Sempre secondo Mediobanca, Interbanca dovrebbe arrivare nei pressi del pareggio di bilancio nel corso del 2017 per poi contribuire per 87 milioni di euro all’utile netto di Banca Ifis nell’anno successivo. Un buona notizia per le piccole e medie imprese italiane, che potranno contare proprio su Interbanca per le operazioni tese ad elevare la loro liquidità a medio e lungo termine, una esigenza vitale soprattutto per quelle che intendono crescere o superare le difficoltà generate da una situazione del credito non ancora ristabilita del tutto dopo la crisi economica che ha spinto il sistema bancario ad operare una stretta sui criteri di accesso ai finanziamenti.