Hacker attaccano 400mila clienti Unicredit: rientrato il pericolo?
Non sarebbe stato acquisito nessun dato, nessuna password durante l’attacco hacker andato in scena ai danni di Unicredit.
In questo modo la banca avrebbe allontanato ogni rischio e rassicurato i suoi clienti davanti alla possibilità di veder effettuate transazioni non autorizzate. Al momento però la procura è ancora in azione.
Nei giorni scorsi, come già avvenuto nell’autunno del 2016, gli hacker hanno tentato di accedere ai dati sensibili di 400 mila clienti. Non sembrano però aver ottenuto buon risultato e l’operazione di accesso ai conti correnti sarebbe fallita. A dare la notizia è stata la banca di Piazza Gae Aulenti con sede a Milano.
Gli ultimi attacchi hacker: cos’è successo nell’autunno 2016
E’ doveroso, da parte della banca, cercare di ricostruire quanto accaduto negli ultimi mesi. Come accennato infatti questo è il secondo attacco in pochi mesi. La prima violazione avvenne già nei mesi di settembre e ottobre 2016. Con questo doppio inserimento hacker, i clienti della banca iniziano a preoccuparsi per i propri risparmi.
Se però vengono smentite le possibili acquisizioni di password segrete e dati delicati, è altrettanto vero che chi si è insinuato abusivamente nella rete Unicredit potrebbe aver avuto accesso a dati anagrafici e codici IBAN.
Tutti i clienti che vogliono essere rassicurati e sono alla ricerca di informazioni, potranno contattare un numero verde 800 323285. La banca ha confermato che contatterà i clienti interessati senza però utilizzate la posta elettronica o le telefonate. Potrebbero ridurre i livelli di sicurezza in un momento tanto delicato.
Sul caso Unicredit ora indaga la Procura di Milano
La banca ha subito preparato un esposto alla Procura di Milano per informare le sedi competenti. Gli inquirenti hanno dato il via a un’indagine interna che, per ora, sarà a carico di ignoti. L’accusa è di accesso abusivo al sistema informatico e violazione della privacy.
Come prima mossa Unicredit ha adottato azioni necessarie per impedire che tutto ciò si ripeta nei prossimi mesi. L’inchiesta verrà coordinata dai pm Alberto Nobili, che si occupa di cybercrime in veste di responsabile del pool antiterrorismo. La Polizia Postale ora dovrà effettuare una serie di verifiche per accertamenti sull’intrusione legata ad alcuni dati anagrafici e codici Iban.
Va anche considerato che nel piano industriale Transform 2019 di Unicredit sono stati riportati investimenti pari a 2,3 miliardi. Tale accesso illegale rappresenta quindi un grande interrogativo pericoloso da arginare e gestire.