Idee per il futuro delle aziende italiane
La gran parte delle aziende italiane sono piccole o piccolissime, in molti casi formate da una sola persona. Cosa serve a queste realtà, piccole, ma che possono dar forma a idee e a valori importanti, per continuare a vivere e crescere, per non venire impoverite e potenzialmente schiacciate e spazzate via, da un mercato sempre più complesso, globale e aggressivo?
Le PMI italiane in alcuni casi, specie se ci si concentra sulle realtà davvero piccole, non godono di ottima salute, spesso anche se sono in grado di esprimere autentiche eccellenze Made in Italy sono in sofferenza, per varie ragioni. In molti casi sono troppo focalizzate sul prodotto e di conseguenza anche sul suo prezzo, sottovalutando pericolosamente il processo, come arrivare al prodotto e come proporlo efficacemente, magari anche all’estero.
Le piccole aziende italiane, restano piccole, non necessariamente per scelta, ma perché faticano a crescere e in alcuni casi a sopravvivere. Ci sono aiuti, varie forme di sostegno pubblico, ma spesso non risolutivi, in quanto non basta finanziare a pioggia, con criteri discutibili, le varie attività, bisognerebbe supportarle, per farle evolverle, rendendole concretamente e realmente più mature, moderne e competitive.
Rendere più moderne le aziende italiane
Si parla di digitalizzazione e di altri temi importanti, ma anche in questo caso spesso l’approccio non è corretto. Alle aziende italiane non servono solo nuovi strumenti, magari evoluti, serve una nuova cultura di impresa, servono nuovi processi, una nuova consapevolezza e magari nuovi e più ambizioni obiettivi.
Ripensare il modo di lavorare e fare business é molto complesso e non si possono lasciare da soli gli imprenditori, bisogna per prima cosa far capire loro l’importanza di avviare un percorso che li porti verso un vero valore aggiunto e bisogna poi investire su consulenze mirate, che possano sostenerli concretamente, nell’affrontare un reale cambiamento.
Da queste ed altre riflessioni sul tema è nata e ha preso forma l’esigenza di scrivere una lettera aperta al Ministro delle Imprese e del Made in Italy che è possibile leggere integralmente a questo link.
Entro la fine dell’anno sarà approvata la Legge di Bilancio 2024, si tratta di una manovra attesa, che si spera possa concretamente apportare un cambiamento significativo nel sistema economico italiano. Il rischio però è che, come spesso è capitato anche in passato, si pensi più alle medie e grandi imprese, sostanzialmente dimenticando o semplicemente sottovalutando il ruolo che invece hanno imprese piccole e piccolissime, quelle che poi necessiterebbero di un maggiore supporto, non solo economico, ma metodologico.
«La finanziaria di questo anno – afferma Marco Travaglini, fondatore di Consulente Paziente – come quella dei due anni precedenti, e le misure e scelte politiche collegate (vedi il RePowerEu), lato imprese, è focalizzata sul concetto di un sistema “a goccia” che finanzia le medie e grandi realtà industriali, soprattutto manifatturiere […] che ad indotto dovrebbero portarsi dietro le piccole imprese […]. Noi pensiamo che questa politica rischi di essere ancora più distante dalla realtà e dalle necessità delle micro e piccole aziende».
Cosa serve quindi, nel concreto, alle piccole e micro imprese italiane? Per prima cosa essere riconosciute come autentico motore e cuore del Made in Italy, un riconoscimento che dovrebbe arrivare in primis, non solo a parole, dalla politica.
Serve poi un piano che preveda una profonda riorganizzazione, una vera crescita e un’apertura verso nuovi modelli. Cambiare non è mai facile, ma se si vuole continuare ad esistere e possibilmente a crescere, bisogna inevitabilmente evolversi.