6 ottime ragioni per mollare il lavoro e fare la mamma
Avere un bambino può essere una scelta voluta e sopratutto un modo per crearsi finalmente una famiglia. Quando si ha un figlio però bisogna prendersene cura costantemente, il che può diventare un lavoro a tempo pieno che non sempre permette di avere un’altra carriera.
Da sempre le donne hanno preferito la famiglia al lavoro, ed anche oggi i dati dimostrano che le neo-mamme in carriera spesso lasciano il lavoro per stare a casa con il loro bambino, almeno durante i primi anni di vita.
Questa scelta non è mai semplice, perché comporta non solo l’abbandono del proprio posto di lavoro, ma anche la rinuncia alla propria carriera e al proprio stipendio, diventando dipendenti in questo caso esclusivamente dalla retribuzione del marito.
Molte donne prendono questa decisione perché non riescono a trovare un modo per conciliare il mondo del lavoro con quello del bambino. Un figlio implica non solo mille responsabilità, ma anche imprevisti come malattie, febbri improvvise, allergie ecc … tutte condizioni che non permetterebbero alla neo mamma di recarsi sul posto di lavoro.
Naturalmente, ci sono diverse leggi a tutela delle neo mamme lavoratrici come i cinque mesi di maternità con due solitamente assegnati prima del parto e tre dopo il parto. In questo modo le neo mamme potrebbero stare a casa, per alcuni mesi, e poi una volta rientrate a lavoro, potrebbero usufruire delle leggi sull’allattamento che prevedono un orario di lavoro ridotto rispetto a quello stipulato dal contratto.
Nonostante queste tutele, ancora molte donne scelgono di stare a casa con i propri figli e lasciare il proprio lavoro, perché il bambino a sette, otto mesi è ancora molto piccolo e non sempre sono presenti nidi attrezzati per prendersi cura del neonato, o comunque non sempre si riesce ad affidarsi ad una baby sitter, sopratutto se non la si conosce bene come persona.
Fare la mamma a tempo pieno è comunque una scelta coraggiosa che ha dei punti a favore che adesso andremo a descrivere, dopo aver raccolto molte informazioni dalle donne che hanno deciso di fare questa scelta. Questo elenco, vuole provare che chi ha optato per essere una madre non lavoratrice ha potuto giovare di queste situazioni, nonostante abbia dovuto lasciare il proprio posto di lavoro.
Stop ai viaggi per arrivare al lavoro
Infatti, non si ha quasi mai la fortuna di avere il lavoro sotto casa e si deve sempre viaggiare, con pullman, treni o automobile per raggiungere la sede di lavoro.
Lasciandolo e diventando delle mamme a tempo pieno, si smetterà finalmente di essere delle pendolari e sopratutto si risparmieranno tutti i soldi spesi per viaggiare. Per chi raggiunge, infatti, la sede di lavoro in automobile spesso la spesa può arrivare fra carburante, gomme, assicurazione e manutenzione della macchina anche a 250 euro al mese.
Si risparmiano molti soldi
Quando una donna non va più a lavoro, i soldi che prima spendeva mensilmente si riducono drasticamente, non perché non abbia più il suo stipendio, ma perché non ci sono più tante spese come quando bisogna recarsi al lavoro.
Innanzitutto si risparmia sul vestiario da lavoro: scarpe, giacche, camicie, gonne e pantaloni che si utilizzavano solo per andare a lavoro non servono più e non c’è più bisogno di acquistarle. Inoltre, non avendo dei colleghi a cui dar conto delle proprie vite, non ci sono più inviti a matrimoni, battesimi, compleanni, ecc … tutti eventi che comunque comporterebbero un esborso di soldi in più.
Inoltre, questo è uno dei motivi per il quale più spesso si lascia il lavoro per fare la mamma, se si fosse rientrati a lavorare si sarebbe dovuto pagare la baby sitter o il nido, cioè una spesa non indifferente. Un nido privato può richiedere anche fino a 400 euro mensili, e una baby sitter potrebbe venire a costare anche sui 600 euro al mese.
In questo caso, non solo si risparmiano questi soldi, ma tutto il tempo che non si è a lavoro lo si dedica al proprio bambino.
Si ha più tempo per sé stessi e per il proprio bambino
Quando si lavora e si ha un figlio, la giornata è un altalenarsi fra doveri familiari e doveri lavorativi. In media una donna che lavora sta fuori di casa per circa 12 ore al giorno. Un periodo molto lungo, nel quale il bambino non viene cresciuto dal proprio genitore, ma da una figura esterna come l’assistente del nido o la baby sitter.
Scegliendo di non andare più a lavorare il bambino diventa il centro della propria vita, e si ha un’intera giornata per accudirlo e anche molto più tempo da dedicare alla propria persona e ai propri interessi.
Il bambino cresce una volta sola
A differenza del lavoro, che se va bene può essere ripreso anche dopo un paio d’anni dalla nascita del bambino, la crescita di quest’ultimo si può vivere una sola volta.
I bambini in due anni di vita, crescono, si formano, ed iniziano a scoprire il mondo, e quale figura migliore se non quella della mamma per riuscire a seguire il bambino in questo percorso di vita. Il bambino cresce una sola volta, mentre un lavoro, se si hanno capacità e determinazione si può sempre trovare, anche dopo essere state ferme due o tre anni per crescere il proprio figlio.
Si possono valutare nuove proposte di lavoro
Molte donne che hanno scelto di fare le mamme abbandonando il loro precedente lavoro, magari non erano molto soddisfatte del proprio impiego nonostante anni di studio, una laurea, … Molte sentivano di non aver ottenuto quello che desideravano dal mondo del lavoro.
Nel periodo in cui si decide di lasciare il lavoro per fare la mamma, non vuol dire che ci si ferma completamente e non ci si forma più, o non si inizia dopo un certo periodo a cercare nuovamente lavoro. Questo periodo di maternità prolungato, ha infatti dato a molte donne la possibilità di seguire un nuovo corso di laurea, una specializzazione, o una passione che avevano riposto nel cassetto. Infatti, anche facendo la mamma a tempo pieno ci si può sempre ritagliare del tempo anche per sé stesse. In particolar modo si può avere la possibilità di tuffarsi nuovamente nel mondo del lavoro con le idee più chiare ed un approccio più maturo.
Non c’è bisogno di dividere il proprio tempo fra famiglia e lavoro
Alcune donne, soffrono molto la decisione di dividere il proprio tempo fra la famiglia ed il lavoro. Chi decide di non lasciare il proprio posto di lavoro e al contempo avere una famiglia, spesso durante le ore lavorative si ritrova a preoccuparsi di ciò che sta facendo il proprio bambino, se sta bene, se piange, se sente la vostra mancanza.
Tutte queste distrazioni, non giovano di certo alla carriera di una donna, che al contempo, torna a casa priva di energie e che così facendo si priva di tutte le gioie che accadono durante la crescita del proprio figlio.
Lasciando il lavoro queste donne, hanno invece tutto il tempo che desiderano per dedicarsi completamente alla famiglia, alla crescita del loro bambino, e per molte di loro questo è considerato un successo ben più grande di quello che si può ottenere sul piano lavorativo.
Conclusioni
Questi sono i punti positivi raccolti dalle donne che hanno scelto di declinare momentaneamente la carriera per dedicarsi al proprio bambino. Oggi, sono comunque molte le madri che scelgono invece di dividersi tra lavoro e famiglia, e lo fanno con grandi sacrifici, ma anche con un’ottima capacità organizzativa.
Questa guida vuole essere un punto di vista d’aiuto alle future madri che vivono un momento d’indecisione tra la propria carriera e la crescita del proprio bambino. Concludendo, si possono riscontrare tantissimi punti positivi nel lasciare il lavoro e diventare una mamma a tempo pieno, ma questa non è sicuramente una decisione che vale per tutte le donne che hanno un lavoro stabile e che vogliono mantenerlo anche dopo essere diventate mamme.