Lavoro a chiamata: incremento del 13,1% dopo l’addio ai voucher
Dire addio ai voucher ha avuto effetti positivi sul mondo del lavoro? In parte, soprattutto se prendiamo in considerazione una collaborazione specifica. Grazie alla nota firmata dal Ministero del Lavoro con Istat, Inps e Inail, è emerso l’aumento dei contratti di lavoro a chiamata.
Rinunciare ai voucher, nel primo semestre del 2017, ha permesso di aumentare del 13,1% le richieste a chiamata.
Che cosa cambia dopo 3 mesi senza voucher?
Da quanto i buoni lavoro se ne sono andati, o meglio sono stati aboliti per volere di un decreto attuato dal 18 marzo, la situazione è sicuramente cambiata. Sono subentrati da subito, almeno in piccola parte, i contratti che regolano le prestazioni che hanno una frequenza non predeterminabile.
Parliamo per esempio di collaborazioni legate al mondo dello spettacolo, oppure quelle che caratterizzano il settore turismo. Oppure le imprese che vogliono chiamare all’occorrenza un lavoratore, che sarà così occupato per circa dieci giorni in un mese.
Si attendono ora i nuovi libretti famiglia, oltre al contratto di prestazione occasionale che riguarderà le cosiddette microimprese. Entrambi sono stati introdotti grazie alla manovra dello scorso aprile.
I vantaggi del lavoro a chiamata
Il lavoro a chiamata è in tutto e per tutto un contratto completo. Non solo prevede malattia, le ferie e un versamento di contributi per la pensione. Può inoltre garantire maggiore sicurezza a un lavoratore. Quest’ultimo, se supera 400 giornate di lavoro in 3 anni dovrà essere assunto dall’azienda in questione con un contratto stabile. Si tratta di un vincolo che non era previsto nel caso dei voucher.
Le aziende però devono pagare di più: paragonando un’ora di lavoro con voucher, la spesa dell’impresa era compresa nei 10 euro pagati al lavoratore. Ora invece quell’ora pagata con contratto a chiamata ha un costo che va da 20 a 25 euro. Questa variazione dipende in parte dal settore di appartenenza, ma anche dall’indennità mensile di disponibilità.
Ogni lavoratore avrà la possibilità di dichiararsi disponibile e quindi andare ad accettare la chiamata e il lavoro dell’azienda. Ovviamente purché non sia in malattia; in tal caso avrà il diritto a una somma aggiuntiva, che è pari al 20% di una busta paga.