Le crisi umanitarie di cui non si parla
Ci sono crisi umanitarie di cui non si parla o lo si fa poco e male. Spesso si tende a ricordarsene, ciclicamente, ma solo per brevi periodo, si riaccendono i riflettori, subito dopo questi vengono spenti, ma la crisi è tutt’altro che risolta.
Ci sono crisi, di vario tipo, ad esempio in Yemen, Repubblica Democratica del Congo, Siria, Nigeria, Burkina Faso, Burundi, Ciad e Venezuela.
Molti Paesi Africani vivono situazioni estremamente complesse come noto un altro teatro di continue tensioni e criticità è quello del Medio Oriente.
Si stima che i Paesi più colpiti da guerre, epidemie e carestie, così come da altre criticità e caratterizzati da forte instabilità politica o crisi sociali, rappresentino meno del 6% della popolazione mondiale, ma ospitino al contempo oltre la metà di tutte le persone identificate come bisognose a livello globale. Significativo è inoltre, l’impatto delle maggiori crisi sul fenomeno migranti: gli scenari più complessi hanno prodotto quasi tre quarti dei rifugiati del mondo.
La crisi siriana
Una delle crisi più gravi, alla quale spesso non viene data la giusta visibilità è quella della Siria. Con oltre 7 milioni di sfollati interni e 5 milioni di rifugiati nei Paesi vicini: Turchia, Libano, Giordania, Iraq ed Egitto, la crisi siriana continua ad impattare con forza sul Medio Oriente e non solo.
In Siria qualcosa come 16,7 milioni di persone necessitano con urgenza di aiuti umanitari, si tratta del numero più alto dall’inizio di questa lunga e complessa crisi. Oggi in Siria quasi 13 milioni di persone sono in condizioni definibili come di insicurezza alimentare. Le tensioni tra Israele e Palestina certo non aiutano, anzi sono andate a peggiorare uno scenario già allarmante.
Questi dati sono drammatici e a tratti sorprendenti e seguono la crisi, mai risolta, che si è abbattuta sulla Siria il 15 marzo del 2011. Oggi, 13 anni dopo, la sofferenza di quel popolo continua, anzi diventa sempre più grave con il passare del tempo.
Sul sito dell’UNHCR si possono scoprire tutti i modi per sostenere la campagna #Siria13anni e aiutare l’Agenzia ONU per i Rifugiati a rispondere ai bisogni dei più vulnerabili, in Siria così come anche nei paesi confinanti. Bisogna cercare di superare il tempo di una colpevole indifferenza.
L’Africa delle crisi dimenticate
La guerra in Ucraina è stata una delle notizie più importanti e ampiamente seguire nel 2022 ed è ancora tra le più rilevanti nel 2024. Si stima siano stati pubblicati oltre 2 milioni di articoli sul tema. Ma raramente si sottolinea come gli effetti di questa guerra, inclusi livelli estremi di inflazione (alimentare ed energetica), si siano fatti sentire anche in Africa.
Le coltivazioni dei campi seccano e il bestiame muore. Le famiglie africane devono sempre più spesso fuggire dalle loro case perché non riescono a trovare più cibo o acqua a sufficienza. In molti casi poi fuggono anche da instabilità politica o guerre sanguinose.
In Angola circa 3,8 milioni di persone non hanno abbastanza cibo. In Malawi è il 37% dei bambini ad essere malnutrito, in Zambia il 50% delle persone vive con meno di 2 dollari al giorno, in Burundi il 50% dei bambini sotto ai cinque anni è malnutrito. La lista dei Paesi africani che si trovano in gravi situazioni di crisi potrebbe continuare. Quello che preoccupa è anche che l’occidente e in particolare la vicina Europa, sia scarsamente informato e forse interessato a riguardo.
Il continente africano è grande, complesso e in buona parte poco compreso dagli europei, servirebbe una maggiore presa di coscienza a riguardo.