Mai così tanti cyber attacchi come nel 2022: cosa fare per proteggersi?
In Italia, il tema della cybersicurezza si configura come il trend del futuro: secondo gli ultimi dati diffusi da Ethical Hacker Italiani, mai come oggi aziende, enti statali e privati cittadini sono sotto lo scacco di malintenzionati, disposti a tutto pur di rubare dati sensibili e ottenere così in cambio ingenti ricompense di denaro per il lavoro svolto.
Ad essere vulnerabili infatti, non sono solo uomini e donne che utilizzano internet tutti i giorni per divertirsi, fare shopping o comunicare con i propri cari. Il rischio di cadere vittima di attacchi come data breach, zero-days e riscatto dei ransomware è sempre dietro l’angolo anche per attori insospettabili, come aziende di grandi dimensioni ed enti governativi.
Per far fronte ad un panorama più ricco di ombre che di luci, occorre quindi aumentare la consapevolezza dell’utente finale , aiutandolo a creare un’infrastruttura capace di proteggere i dati contenuti nei server.
Per farlo, le opzioni a disposizione sono numerose, come visto durante SMI LAB, l’incontro del 18 novembre organizzato da SMI Technologies and Consulting, azienda romana specializzata nella progettazione di infrastrutture informatiche per enti pubblici e privati.
Perchè gli attacchi informatici vanno a buon fine?
Durante il corso dell’evento, al quale hanno partecipato anche Ethical Hacker Italiani e WatchGuard (nota azienda Statunitense impegnata nella fornitura di servizi come Firewall e VPN), è emerso come nel 95% dei casi di attacco, sia proprio la mancanza di un’infrastruttura adeguata a permettere ai cracker di penetrare dentro gli archivi e i server degli utenti.
Solitamente, i malintenzionati sfruttano quelli che nel gergo informatico sono conosciuti come zero days, ovvero vulnerabilità di sicurezza sconosciute addirittura allo sviluppatore o alla casa che ha prodotto un determinato sistema informatico o utilizzando i cosiddetti accessi privilegiati.
Oltre a queste minacce, le quali possono essere tenute sotto controllo solo tramite la consulenza ed il servizio di aziende specializzate, vi è poi una larga fetta di attacchi che vanno a buon fine sfruttando l’errore umano, vale a dire l’ignoranza di addetti e impiegati delle aziende che operano con i computer senza una cultura sufficientemente ampia.
Ecco quindi che frequentare il web sul luogo di lavoro, anche compiendo le operazioni più elementari come aprire un messaggio di posta elettronica e cliccare su un link, può dare origine ad un attacco potenzialmente letale per l’azienda, come per esempio il blocco della catena produttiva di uno stabilimento o il furto di dati sensibili (data breach) i quali vengono poi rivenduti sul mercato nero dai criminali stessi.
Come ci si difende da un cyber attacco?
Fortunatamente però, anche se lo scenario attuale è piuttosto preoccupante, i modi per difendersi da potenziali attacchi sono numerosi e spesso anche alla portata dei meno esperti.
Per proteggere la propria attività produttiva infatti, si può operare per gradi, anche a seconda delle effettive dimensioni dell’azienda e del tipo di dati da proteggere.
Ognuno, nel suo piccolo e con una sincera curiosità per ampliare la propria cultura informatica, può diventare più consapevole nell’utilizzo del PC e di internet più in generale.
Le grandi realtà poi, possono contare su una rete sempre più fitta ed efficiente di creazione di cultura e consapevolezza sul tema, come per esempio quella creata da aziende come SMI Technologies and Consulting.
Quest’ultima, dopo il successo dello SMI LAB del 18 novembre, ha infatti organizzato altri 3 incontri a tema cybersecurity, ciascuno in compagnia di un grande attore del panorama informatico mondiale.
Il 2 dicembre per esempio, si terrà il secondo laboratorio di confronto in compagnia di Delinea, leader internazionale del settore, mentre a gennaio e febbraio saranno coinvolti Lenovo e Dynatrace. Una boccata d’aria fresca per un paese come l’Italia, il quale per affermarsi in un futuro sempre più “tech” non può che approfittare di opportunità come queste, implementando il proprio sistema infrastrutturale costruendolo dalle fondamenta.