Partita Iva e “Jobs Act degli autonomi”: che cosa cambia?
Dopo tre anni di attesa, dopo una lunga e interminabile polemica che non sembrava trovare fine, la risposta è arrivata. Il Senato ha infatti approvato il “Jobs Act degli autonomi” che va incontro ai lavoratori con Partita IVA (oltre 2 milioni e mezzo in Italia). Nel piano vengono così tutelati i lavoratori autonomi in tema di malattia, indennità di disoccupazione e maternità.
Partita IVA: la svolta sulla maternità
Le donne possono tirare un sospiro di sollievo. Il nuovo statuto dei professionisti autonomi prevede il diritto di avere sei mesi di congedo parentale. Rispetto alla versione precedente sono quindi stati aggiunti tre mesi in più entro i primi tre anni dalla nascita del bambino. Inoltre nel periodo di maternità, le lavoratrici iscritte alla gestione separata INPS potranno continuare a lavorare e ottenere l’indennità di maternità. Non vi è quindi l’astensione obbligatoria.
Malattie e pagamenti
Per quanto riguarda il tema delle malattie, i lavoratori con Partita IVA avranno modo di poter chiedere la sospensione della prestazione. Davanti a infortuni o eventuali malattie che rendono impossibile svolgere il regolare lavoro è possibile richiedere oltre 60 giorni. E’ importante però effettuare una richiesta anticipata con sospensione dei versamenti di contributi previdenziali. Tale sospensione può avere una durata fino a due anni e la restituzione può essere effettuata per mezzo di rate mensili.
Un altro argomento importante è legato alle clausole con le quali il committente cambia le condizioni contrattuali. Inoltre variano le clausole che prevedevano pagamenti oltre i 60 giorni dalla fattura consegnata ai clienti. Potranno essere scaricati gli oneri sostenuti per la garanzia contro il mancato pagamento. I lavoratori autonomi inoltre non potranno più rifiutarsi di stipulare contratti in forma scritta.
Disoccupazione per i lavoratori autonomi
Anche l’indennità di disoccupazione per le Partita IVA con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa diventa strutturale. Tale indennità sarà erogata ai lavoratori che dispongono dei requisiti necessari, utili per dimostrare di aver perso il lavoro in modo involontario. A partire dal primo luglio 2017 inoltre l’indennità sarà estesa anche ai dottorandi di ricerca con borsa di studio e assegnisti. L’aliquota contributiva avrà un aumento dello 0,51%.
Infine è stata anche ufficializzata la definizione di Smart Working, il cosiddetto lavoro agile. Si tratta di un rapporto di lavoro subordinato che permette di lavorare all’interno di locali aziendali, ma in parte anche all’esterno. Non vi sarà l’obbligo di avere una postazione fissa, purché si rispettino i limiti di orario di lavoro. In questo caso la retribuzione sarà uguale a quella degli altri colleghi che lavorano solo in azienda. Per questo tipo di collaborazione sarà necessario un accordo per iscritto che riporti i tempi di riposo. Dovranno essere inserite anche le misure fondamentali per disconnettersi dai dispositivi tecnologici.
Tale rapporto potrà essere risolto da entrambe le parte con un semplice preavviso. Anche in questo caso il lavoratore con Partita Iva potrà veder garantiti i suoi diritti in merito alla tutela di salute e sicurezza.