Pensione integrativa e TFR: le nuove regole introdotte
Pensione integrativa e TFR possono finalmente coesistere: ma in che modo? Chiunque deciderà di affidarsi a una pensione integrativa, non dovrà per forza salutare per intero il suo TFR (Trattamento di Fine Rapporto). Sarà infatti possibile destinare al fondo pensione una percentuale, che sia anche in mini parte. Questa è solo una delle nuove regole che sono state introdotte in materia di previdenza integrativa, parte del maxiemendamento del Governo che è stato approvato al Senato nei giorni scorsi.
Raggiungere il pensionamento diventerà sempre più complicato per le nuove generazioni ed è diventato necessario riuscire a trovare soluzioni valide. Proprio per questo la previdenza integrativa diventa un importante strada da percorrere.
La vita si allunga: la pensione integrativa come soluzione
Si calcola che la lunghezza della vita di uomini e donne continuerà ad aumentare. Una previsione per il 2065 parla chiaro. L’Istat dice che i signori uomini arriveranno fino a 86 anni, mentre le donne fino a 90. E se il trend diventa positivo è fondamentale riuscire a garantire anche un futuro tranquillo.
Fino a poco tempo fa un lavoratore dipendente, in fase di assunzione, poteva scegliere se destinare il suo TFR all’azienda, andando così a riprenderlo non appena il rapporto di lavoro fosse finito. L’alternativa a questa scelta era proprio la pensione integrativa: in questo modo di optava per un fondo pensione pronto ad accogliere il TFR. Grazie alle recenti modifiche si potrà scegliere la quantità di parte da destinare al fondo, lasciando il resto del TFR in azienda.
Quanto versare per avere una buona pensione
E’ importante fare un esempio concreto per illustrare quali siano le possibilità che si celano dietro al fondo pensionistico. Ipotizziamo di essere lavoratori trentenni che da subito vanno a scegliere di destinare il TFR alla pensione integrativa.
Con un versamento di 100 euro al mese è possibile arrivare a ottenere una pensione di 950 euro al mese a 71 anni, scegliendo un investimento che sia bilanciato. Chi non può contare sul TFR e sul contributo aziendale, è il caso specifico dei liberi professionisti e dei lavoratori autonomi, con 100 euro versati nei 41 anni, si avrà una pensione integrativa di 205 euro al mese.
Non è quindi solo una questione di lavoro, poiché tutto viene influenzato anche dal tempo, dal mercato e dal TFR stesso. Dovrete abituarvi a scegliere una buona linea di investimento nel tempo, ricordando che prima si inizia e meglio è!
Un fondo pensione può permetterci di ottenere anticipi e somme in acconto sul totale che abbiamo maturato. L’intera somma invece può essere riscattata davanti a problematiche importanti, come nel caso di invalidità grave che riduca la capacità di lavoro al di sotto di di 1/3.