Quando conviene investire in borsa?
Di solito, si dice che è opportuno investire in borsa quando scorre il sangue nelle strade, cioè nei periodi di maggior sfiducia, quando parlando con la gente si percepisce nettamente l’arrivo imminente di una catastrofe finanziaria. Ad esempio, nell’inverno del 2009 la situazione era tragica ed opprimente con una crisi economica di cui non si conoscevano ancora le dimensioni. Ecco, quello era il momento più adatto per investire in borsa.
Il nocciolo della questione è che risulta molto facile parlarne così a livello teorico, mentre nella pratica si viene bloccati dall’emotività. La vera difficoltà consiste nel recarsi in banca per investire, i propri risparmi, sul mercato quando tutti intorno a noi ci dicono: ma sei matto? Guarda che qua va tutto male.
Nella realtà l’esperienza ci insegna che proprio in questi momenti, quando le cose sembrano precipitare, conviene investire perché poi il mercato fisiologicamente risale. Mercato inteso come borsa in generale, perché poi naturalmente ci saranno aziende che falliranno e che quindi non ripartiranno più, mentre altre che andranno molto bene e faranno salire le loro azioni. Vale quindi la regola generale che il mercato dopo un tonfo tende a risalire.
Come è ormai noto, gli indici di borsa sono tendenzialmente crescenti sul medio e lungo periodo. Tutto facile a questo punto? Non proprio. Per i grandi investitori, un periodo piuttosto prolungato di difficoltà può essere superato più o meno agevolmente, soprattutto grazie alla possibilità di diversificare il proprio portafoglio azionario.
Grandi e piccoli investitori
Il problema si presenta invece per i piccoli risparmiatori, quelli che con termine non proprio elogiativo vengono definiti “parco buoi”. Per loro spesso l’alternativa non esiste proprio: investono su una sola azione, magari fidandosi di un consiglio dato da un esperto di economia su un organo di stampa e devono realizzare guadagni in tempi non troppo dilatati, per ovvie ragioni.
Qual’è la differenza tra queste due tipologie di investitori? Soprattutto l’approccio al mercato: da una parte il grande investitore è solito ragionare per filo e per segno sull’operazione che intende mettere in campo, provvede ad elaborare strategie, osserva grafici, studia scenari e una lunga serie di dati macroeconomici, per poi preparare il suo piano d’azione, dall’altra il piccolo si muove sull’onda di una semplice suggestione, senza avere gli strumenti necessari per poter capire la reale evoluzione delle cose.
In tal modo, il grande investitore può anche perdere consistenti quantità di risorse in Borsa, ma soltanto (o quasi) a causa del sopravvenire di improvvise difficoltà di sistema, come ad esempio quelle che caratterizzarono il famoso crac di Wall Street del 1929 o l’altrettanto celebre lunedì nero del 1987, quando i mercati furono letteralmente spazzati via, lasciando un gran numero di vittime sul suolo. Mentre il piccolo investitore rischia di non capire il reale andamento di quanto sta accadendo, interpretando in modo errato un trend e ritrovandosi presto alle prese con un capitale praticamente azzerato e, soprattutto senza alcuna possibilità di rivalsa.
Quando conviene investire in Borsa? La domanda forse è mal posta, in quanto è del tutto logico che il momento giusto è quello che vede l’avanzata di una tendenza di mercato, da sfruttare senza indugio. Per farlo, però, è assolutamente necessario predisporre le condizioni per riuscire a capitalizzare l’investimento, ovvero elaborare una strategia grazie alla quale non solo possiamo ottimizzare eventuali guadagni, ma anche uscire senza eccessivi danni nel caso le cose non andassero come da noi previsto inizialmente.
Evitare il fai da te
Per farlo, occorre in pratica studiare molto, con un processo di formazione continua teso ad impadronirsi di tecniche indispensabili, ma non solo. Occorre anche e soprattutto non avere la presunzione di pensare che investire nel settore finanziario sia facile, ovvero mettere da parte l’ormai famigerata espressione “giocare in Borsa”, che all’atto pratico è il miglior viatico per ritrovarsi in una sorta di tempesta perfetta, al termine della quale i propri soldi saranno stati letteralmente polverizzati.
Trattandosi di una attività caratterizzata da volatilità, in Borsa non si gioca, si investe, si porta avanti un lavoro certosino, fondato su dati da analizzare e di cui tenere conto, se non si vuole infine pensare che, in fondo, era meglio accontentarsi di mettere i propri soldi su un conto bancario o, meglio ancora, visti i tempi di rendimenti magrissimi, sotto il materasso.