Regime dei minimi, cos’era e quali le differenze con il regime forfettario
Il numero di freelance e liberi professionisti in Italia è esponenzialmente aumentato; non solo per il desiderio di migliorare la propria qualità di vita andando a gestire meglio il proprio tempo a disposizione ma anche grazie alle soluzioni agevolate per pagare tasse e contributi. Un confronto che andrebbe fatto è sicuramente quello tra il regime forfettario e quello che una volta era conosciuto come regime dei minimi. Nonostante molti sovrappongano i concetti e si tratti in entrambi i casi di soluzioni pensate appositamente per chi si inserisce come novità nel mondo delle partite IVA o ha un guadagno contenuto ci sono delle importanti differenze e non si tratta del medesimo regime.
Regime forfettario VS regime dei minimi: quali sono le differenze?
Il regime forfettario non è solo una soluzione più recente ma è conosciuto soprattutto per una facilitata nella gestione; l’idea con cui è stato pensato era quella di non contabilizzare le fatture di acquisto per abbattere le imposte da pagare ma è lo Stato stesso a determinare quali sono le percentuali di abbattimento del reddito attraverso dati conosciuti come “coefficienti di redditività”.
In modo concreto, possiamo dire che il regime forfettario è particolarmente consigliato soprattutto a tutti quelli che non hanno costi deducibili; immagina per esempio un freelance nel settore marketing o comunicazione che non ha spese vive: in questo caso può essere davvero vantaggioso!
Il regime dei minimi è stato attivato nel 2007 e abrogato nel 2015 in favore di quello forfettario; per chi è ancora al regime precedente potrà passare semplicemente con una Richiesta all’Agenzia delle Entrate per poter fare il passaggio.
È strettamente legato a persone con un’età inferiore ai 35 anni, mentre il regime forfettario non ha alcun limite d’età. Attenzione anche al fatturato annuo: nel primo caso c’è un tetto di soli 30.000 euro mentre nel secondo si può arrivare fino a 85.000 euro. Se nel primo caso non è possibile avere dipendenti, nel secondo è possibile assumere staff purché non si abbiano più di 20.000 euro di spese annue.
Focus anche sul commercio con l’estero: se nel regime dei minimi non è previsto, nel caso del forfettario è possibile effettuare vendite anche con stati Europei o fuori dall’UE. E per quanto riguarda la tassazione? Anche in questo caso importanti benefici per il forfettario che fornisce una imposta del solo 5% per i primi 5 anni per poi passare ad un 15%. Nel caso del regime dei minimi viene invece richiesta una imposta sostitutiva al 20%.
Come funziona il regime forfettario per le PMI?
Le PMI, cioè le Piccole Medie Imprese, possono aderire al regime forfettario e quindi avere n beneficio importante a livello di tassazione rispetto alle imprese più grandi. Per poter accedere è necessario rispondere a determinati requisiti che puoi conoscere nel dettaglio rivolgendoti a professionisti del settore. Tieni in considerazione anche che la gestione della tua azienda a questo punto è totalmente in mano tua e utilizzando sistemi come https://aliasdigital.it/kubik-gestionale-pmi/ potrai seguire la fatturazione elettronica in Cloud tenendo tutto sotto controllo: non solo pagamenti in entrata ed uscita ma anche ordini e molto altro. Plus? Il sistema Kubik che ti abbiamo segnalato si può usare in modo semplice sia da PC che da tablet e potrai provarlo gratuitamente per 30 giorni così da scoprire tutti i benefici di questo software.