Spesa familiare: riprendono i consumi con ritmo moderato
Il rialzo c’è anche se è ancora moderato. Riprendono i consumi per la spesa familiare, consolidando un dato positivo rispetto al 2015. Si tratta però di un risultato che, come rilevato dall’Istat, sarebbe al di sotto del 2011.
La spesa per consumi effettuata dalle famiglie italiane arriva a 2.524,38 €, contro i 2.639,89 € del 2011. Da questo quadro si nota anche che la variazione dei prezzi al consumo è vicina allo zero.
Senza contare che, al netto dei costi, la spesa media di una famiglia italiana è pari a 1.935,09 euro.
Lavoro e studio fanno la differenza nella spesa familiare
In base a questo rapporto si nota anche una diminuzione del divario regionale, ma vi è un aumento nelle metropoli. Tale andamento è legato alla crescita più forte della spesa effettuata nei grandi centri. Si amplia così il divario tra le grandi città e le realtà periferiche, compresi i comuni che contano più di 50mila abitanti.
Come fanno notare i dati nelle città italiane, in media, si spendono 2.899,21 €: questo conferma così la forte impennata dei consumi nei centri urbani. Per rendere più dettagliati i risultati vengono anche divisi i lavoratori per tipologia di lavoro svolto. I dipendenti hanno una spesa inferiore rispetto ai dirigenti o agli impiegati, che a loro volta spendono meno rispetto agli indipendenti e liberi professionisti.
Una sostanziale differenza si nota anche a livello di spesa tra laureati e persone con titoli di studio inferiore o sprovvisti di titolo, rispettivamente pronti a spendere tra i 3 mila e 500 €, contro i mille e 700.
Varia la dieta degli italiani in base alla spesa
La spesa familiare cambia e parallelamente cambia la dieta dell’italiano medio. Si abbassa infatti la spesa per l’acquisto di carne, considerata ancora come la componente alimentare più importante. Aumentano il pesce e la frutta, da sempre presenti sulle tavole degli italiani.
Aumenta anche il dato legato alla spesa media degli italiani per cene o pranzi fuori casa, a favore dei servizi di ristorazione.
Contrariamente risulta aumentata la spesa per beni e servizi che non sono alimentari (+0,9%), soprattutto per le famiglie che risiedono nelle città metropolitane.