Validità di un assegno circolare dalla data di emissione
In alcuni casi, non basta l’emissione di un semplice assegno, in quanto la controparte esige titoli di credito caratterizzati dalla massima sicurezza. Proprio per ottemperare a tali caratteristiche è allora necessario ricorrere all’assegno circolare, il quale nasce già coperto in partenza, tanto da essere impropriamente definito moneta contante.
Soprattutto in transazioni di un certo rilievo, a partire dall’acquisto di un immobile o di un’autovettura, è proprio l’assegno circolare a costituire la garanzia in grado di accreditare in maniera congrua l’acquirente nei confronti del venditore.
In pratica, esso viene emesso, su richiesta di un correntista, direttamente dalla banca sulla base di fondi che sono già disponibili. L’istituto di credito in questione, infatti, provvede ad acquisire subito il denaro a copertura dell’assegno andando a prelevarlo direttamente dal conto corrente del richiedente nel caso in cui questi intrattenga rapporti diretti con la banca.
Si può anche verificare, però, il caso in cui lo stesso richiedente non sia un correntista e provveda di conseguenza a corrispondere all’istituto l’importo dell’assegno circolare in contanti. In un caso o nell’altro, l’assegno circolare gode comunque di copertura preventiva tale da mettere al completo riparo la controparte nell’operazione di compravendita.
Come succede nel caso dell’assegno bancario, quello circolare è solitamente non trasferibile, anche se può essere richiesta alla banca l’emissione di un titolo trasferibile, previo pagamento dell’imposta di bollo di 1,50 euro. Si tratta però di una possibilità circoscritta rigorosamente entro il limite di importo di 1500 euro, un limite stabilito dalla rigorosa normativa antiriciclaggio esistente nel nostro Paese. L’importo attuale, più alto rispetto ai 1000 euro precedenti, è stato stabilito dalla Legge di Stabilità 2016.
Va poi ricordato come l’assegno circolare possa essere emesso solo ed esclusivamente dalle banche autorizzate dal CICR (Comitato Interministeriale per il credito ed il risparmio), un organismo presieduto dal ministro dell’Economia e delle Finanze. Anche Poste italiane, però, è stata autorizzata ad emetterne con caratteristiche simili a quelli bancari, proprio con il preciso fine di sviluppare propri prodotti finanziari e mezzi di pagamento. Anche nel caso degli assegni circolari postali, la presenza dei requisiti di non trasferibilità e l’emissione unicamente a fronte di fondi già disponibili, ne fanno titoli assolutamente sicuri, in quanto coperti in partenza e liquidi.
Cosa occorre sapere sulla validità di un assegno circolare
Se l’assegno circolare costituisce un titolo di credito a vista, ovvero pagabile all’atto della presentazione, va però ricordato come la sua validità sia legata alla presenza di una serie di elementi, a partire dalla espressa dichiarazione relativa alla sua reale natura e dall’impegno da parte dell’istituto di credito di pagare “a vista” una determinata somma al beneficiario.
La stessa somma, naturalmente, deve essere indicata in maniera chiara insieme al nome e cognome del beneficiario, ove si tratti di un privato, o alla intera ragione sociale nel caso si tratti invece di una società. Allo stesso modo dell’assegno bancario, devono poi essere riportati il luogo e la data di emissione.
Va poi ricordata la presenza di altri elementi che però non hanno uno scopo informativo, bensì di sicurezza, come le cifre perforabili applicate allo scopo di evitare una eventuale e sempre possibile alterazione del titolo.
La scadenza dell’assegno circolare
Molto spesso, erroneamente, si sente affermare come gli assegni circolari abbiano una validità di 30 giorni. Non è assolutamente così. Se è vero che questi titoli di credito hanno un determinato tempo di vita e validità che utenti e banche sono tenuti tassativamente a rispettare al fine di evitare possibili problemi nella fase di cambio, va però precisato che i 30 giorni sono invece il lasso di tempo entro il quale il cliente è tenuto a presentarsi presso la banca per l’incasso.
In realtà, il beneficiario ha il dovere di incassare o cambiare l’assegno entro e non oltre 8 giorni ove risieda nello stesso comune in cui viene emesso, che possono diventare 15 ove risieda in un comune diverso.
Una volta che sia trascorso tale termine, il titolo ancora non perde validità, ma l’emittente acquisisce la facoltà di revocarlo e in tal caso il beneficiario non può agire legalmente. In pratica, un assegno circolare potrebbe anche essere incassato a mesi dalla sua reale emissione, ma solo ove il soggetto emittente dia il suo obbligatorio parere favorevole alla banca.
Assegno circolare e girata
L’assegno circolare può essere girato, ma soltanto ove esso sia trasferibile. In questo caso esso può essere girato anche svariate volte prima di essere incassato, mediante apposizione della firma del beneficiario e del codice fiscale sul retro dell’assegno, rendendo l’importo incassabile da chiunque, oppure con quella che viene definita girata piena, ovvero tramite apposizione della firma sul retro dell’assegno specificando il nome della persona cui viene girato l’assegno.
I tempi di accredito
Altro capitolo che occorre conoscere è infine quello relativo ai tempi di accredito. A tal proposito va ricordato come in caso di versamento di un assegno circolare sul proprio conto corrente, i tempi di accredito siano stati ristabiliti nel 2009 tramite una legge firmata dall’allora Ministro dell’Economia e delle Finanze Giulio Tremonti, tesa ad accorciare i tempi di valuta (ovvero la data in cui iniziano a decorrere gli interessi) e disponibilità dei titoli.
Attualmente, un assegno circolare entra in valuta dal giorno lavorativo successivo al suo versamento, ed in disponibilità (ovvero in grado di essere oggetto di pagamenti, bonifici e prelievi) non oltre i 4 giorni lavorativi successivi.