Voucher dimenticati: a sostituirli è il libretto familiare
Salutate i voucher, perché è giunto il momento di mandarli in pensione. E mentre le polemiche continuano si cerca in tutti i modi di fare ammenda e trovare una soluzione alternativa. Quale modalità di pagamento permetterà di sostituire la retribuzione per il lavoro occasionale accessorio?
Per poter risolvere questo momento di stallo normativo, che è circondato da proteste e grandi perplessità, si passa al libretto familiare. Si tratta di un nuovo mezzo per il lavoro occasionale che riempirà il vuoto lasciato dall’addio dei voucher. La notizia è stata confermata dal Corriere della Sera.
Una carta prepagata per dimenticare i voucher
Il libretto familiare non è altro che una specie di carta prepagata per riuscire a pagare quelle prestazioni saltuarie senza le quali non possiamo stare. Dall’aiuto professionale fornito da colf e badanti, fino alle baby sitter. Il tutto per un tempo ridotto, che si un giorno oppure il week-end, quando il turno fisso non può essere coperto dai collaboratori fissi. E’ da qui che riparte il governo, inserendo una serie di novità all’interno della mini Finanziaria che è stata richiesta direttamente da Bruxelles.
La carta ricaricabile permetterà di poter tracciare ogni tipo di operazione, poiché opera su una piattaforma che verrà gestita dall’Inps. Non vi è nulla di più trasparente, qualità che non possiamo ignorare soprattutto quando si parla di lotta all’evasione. Si cerca infatti un modo che permetta al datore di lavoro di poter retribuire i propri collaboratori in modo semplice e scaricando dalle tasse una parte della spesa.
Ma per tutto questo servono delle certezze, servono coperture: come farà il governo a recuperare questi soldi utili?
Modalità di utilizzo del libretto familiare
E’ interessante capire come funzionerà il nuovo metodo retributivo. Permetterà di indicare immediatamente il nome del lavoratore. E per questo diventerà un contratto vero e proprio in forma più semplice. Al contrario invece i voucher venivano acquistati dal datore di lavoro da INPS e tabacchi per esse poi usati per pagare i collaboratori. Il caso si complica però se chiamiamo in causa le imprese.
Il governo deve ancora fare chiarezza in merito allo strumento che permetterà di sostituire i voucher, anche se si ipotizza l’arrivo di un contratto più leggero. Per tutte le strutture, partendo da quelle che hanno meno di 10 dipendenti, spunta un contratto diverso dal cosiddetto “lavoro a chiamata”, ma che seguirà le sue caratteristiche. Il limite più grande che si vuole contrastare è legato proprio alla chiamata, che impedisce al lavoratore di essere disponibile per più di 400 giorni in tre anni. In quel caso infatti scatterebbe l’assunzione.
E’ vero che i voucher sono stati abrogati, ma è altrettanto vero che la nuova soluzione alternativa per ora sembra non essere ancora definita per imprese e lavoratori.