Web Tax: che cos’è e perché è importante per il rilancio economico italiano
In quest’ultimo periodo non si fa altro che parlare di web tax. Questa normativa permetterebbe al governo di poter tassare quel settore che è maggiormente cresciuto negli anni. Fino a poco tempo fa il mondo del web era sconosciuto e in pochi conoscevano le sue potenzialità.
Nel giro degli ultimi 4 anni ha fatto registrare un incremento pari al 130,3% di rendite. Un giro di affari che, per dirla in parole povere, supera tocca quota 1,7 miliardi di euro.
Da qui nasce l’idea di introdurre la web tax, ipotesi che venne lanciata la primissima volta nel 2013. Al tempo, in occasione della legge finanziaria 2014, si parlò di una misura che impediva alle imprese di acquistare servizi pubblicitari online da quelle aziende sprovviste di Partita Iva italiana. Come ben sappiamo però tale misura è stata non solo sospesa, ma anche abolita.
Cosa prevedere la web tax?
Quattro anni dopo ci troviamo ancora qui. Un profondo deserto a livello normativo, il nulla più assoluto e finalmente qualcosa inizia a muoversi. Si cerca ora un accordo internazionale per la web tax che si sta delineando grazie al comunicato finale del G7. Il nostro Paese lancia le direttive, proponendo soluzioni per procedere verso questa direzione.
Al momento alla Camera si esamina un emendamento che prevede una norma transitoria utile per il fisco italiano e per i big di Internet. Questa modifica, presentata in Commissione Bilancio, servirà per favorire ogni tipo di accordo tra le parti. Grazie a quanto è stato spiegato durante il vertice del G7, che si è tenuto a Bari, l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) dovrà presentare una serie di proposte. Solo così si potrà arrivare a un modello di tassazione del web, che sia valido già dal prossimo anno.
La necessità è quella di fare passi avanti in un periodo storico che ormai punta tutto sulla digitalizzazione dei contenuti, e quindi anche dell’economia. Da parte sua Padoan, ministro dell’Economia, ha spiegato qualche giorno fa che tra i grandi leader del settore, da Facebook ad Apple passando per Google servirà dialogo continuo e collaborazione.
Web tax: un vero tesoretto
Ci basta pensare, per esempio, a due grandi casi del web. Google e Facebook hanno già avuto modo di versare ben 2,3 milioni di euro. Un cifra importante che per le società rappresenta appena lo 0,3% dei ricavi. E’ proprio per questo che la web tax potrebbe diventare un vero tesoretto per il ricavato mondiale, ma soprattutto italiano.
Il giro di affari del web è una certezza, ma bisogna imparare a comprendere come agire per non commettere ulteriori sbagli. Il rischio è quello di veder crollare nuovamente questa normativa che ora più che mai deve diventare realtà. Del resto anche i numeri e i dati tecnici sono cambiati: nel 2011 Internet faceva registrare ricavi pari a 62,1 miliardi. Nel 2015 invece si è volati a 143 miliardi.
E la situazione è in continua e costante crescita!