Zerbino con logo? Spunta una tassa comunale per le attività commerciali
Esporre uno zerbino fuori da un’attività commerciale potrebbe costarvi caro. Tale discorso vale però per tutti quei tappetini che presentano il logo di un negozio, considerato a tutti gli effetti come una pubblicità. Proprio per questo motivo il rischio è quello di ricevere, in breve tempo, una nuova tassa comunale!
La vicenda che prendiamo in esame è accaduta in Emilia Romagna, in particolare a Modena. Diversi esercenti infatti hanno ricevuto le cartelle esattoriali dell’Ica, società che si occupa di riscuotere le imposte per la pubblicità, in nome del comune.
Essendo considerato come pubblicità non dichiarata, il nome del locale sul tappeto all’ingresso del negozio ha fatto storcere il naso ai piani alti. E così tutte le forme pubblicitarie che non sono regolamentari subiranno una sanzione.
Tassa comunale sullo zerbino: il caso Confesercenti Modena
La disavventura appena descritta è stata vissuta e raccontata da Confesercenti Modena, che ha subito reagito con stupore all’accaduto. “Con questa imposta sullo zerbino, siamo in pieno clima da tassa sul macinato”, hanno commentato. Dopo aver pagato sulla propria pelle la decisione di esporre uno zerbino all’ingresso dell’attività con tanto di logo, il presidente ha voluto allertare i colleghi.
Professionisti, artigiani e commercianti hanno così scoperto che, ignorando tale problema, potrebbero ricevere a breve una sanzione pesante dall’Ica. Una scelta precisa che rischia di colpire, inavvertitamente, un importante numero di aziende e liberi professionisti.
Chi ha un’attività imprenditoriale non potrà più abbassare la guardia: anche lo zerbino diventa un modo come un altro per fare pubblicità alla propria attività. O almeno così sarà interpretato da questo momento in poi.
Richiesta la rimozione dello zerbino
Oltre alla tassa sullo zerbino, l’associazione ha anche richiesto alla società di rimuovere la “gabella del 21esimo secolo”, così come è stata definita dal presidente di Confesercenti Modena. In base alla ricostruzione del caso, che però non è l’unico a livello nazionale, gli operatori avrebbero inoltre ricevuto le contestazioni e il relativo addebito con una raccomandata.
E’ stato richiesto loro di pagare la somma richiesta entro 60 giorni, al fine di ottenere il dimezzamento della sanzione. Nessun funzionario si è mai presentato direttamente dai titolari o dai dipendenti per poter contestare quanto accaduto e spiegare questa nuova regola legata all’esposizione dello zerbino.
Il presidente di Confesercenti ha espresso, proprio per questo, grande preoccupazione sulle modalità di accertamento di quelle che da questo momento in poi saranno considerate come “presunte irregolarità”.